Tra i luoghi più o meno "aureolati"
dell'Istituto La Salle di
Tripoli credo che una doverosa
menzione la meriti anche e
soprattutto quella che fu la
bella sede che nell'anno 1953 fu
messa a disposizione della
nostra rifondata Associazione.
Sono bastati i brevi cenni
riportati in proposito a pag. 60
del n° 101 di Oasi per
richiamare alla mente una lunga
serie di ricordi e vicissitudini
che cercherò di rievocare qui
brevemente, sopratutto affinchè
i molti altri che come me
frequentarono quel luogo,
possano augurabilmente
aggiungere e/o completare
quant'altro eventualmente si è
perso nella mia memoria.
Sarà però il caso di non
insistere nella dizione "santa
sede" per non incorrere in un
inopportuno quanto involontario
equivoco con ben altra……. Sede,
ma essa, cioè la nostra, fu
certamente degna di ogni
considerazione e del massimo
rispetto. Essa accolse nel tempo
i vari Consigli Direttivi
dell'Associazione, tutti
composti da uomini di prestigio
delle Collettività più
rappresentative di Tripoli. Uno
fra tutti il compianto Prof.
Aldo Guardì, ricordato nelle
recenti edizioni del nostro
notiziario, ma non vanno
dimenticati l'On.Mahmud Khogia,
il Comm. Fassilis della Comunità
Greca, la Comunità Israelitica
che inviava sempre un ex-alunno
suo rappresentante, il Prof.
Cesare Chiesa, il Prof. Vitali,
solo per citarne alcuni, ma
tutti comunque ex-allievi
lasalliani
DOC, e la lista resta
largamente incompleta e di ciò
chiedo venia agli assenti. In
essa Fr. Amedeo trascorse non
poche ore piccole della notte
per le incombenze dovute alla
sua veste di assessore, in
aggiunta ai suoi doveri
istituzionali giornalieri di
insegnante.
Ma veniamo dunque al
1953, data di nascita della
nostra sede. Essa venne eretta
su progetto dell'ex-allievo
Arch. Edison Taliana che molto
abilmente utilizzò la parte
prospiciente Sciara
Afghani di un corridoio a
cielo aperto e alberato che
correva come intercapedine tra
l'ala destra dell'Istituto ed il
muro di cinta lungo Sciara
Mohamed El Fatah (ex via
Quintino Sella). La nuova
costruzione si distaccava
architettonicamente dal
prospetto frontale dell'Istituto,
ma non ne disturbava in alcun
modo l'impianto, poiché era
pressochè totalmente contenuta
in altezza dal preesistente muro
di cinta. Alla sala così
ricavata si poteva accedere
indifferentemente dal fondo a
destra del corridoio principale
dell'Istituto, dal suaccennato
corridoio alberato che immetteva
nel cortile e infine
dall'ingresso vero e proprio di
Sciara Mohamed El Fatah. Sul
fondo della sala (lato Sc.
Afghani) venne ricavato uno
stretto retro-bottega in cui
presero posto un armadio per la
cancelleria ed un tavolo su cui
troneggiavano la vecchia
Olivetti doppio carrello ed il
ciclostile Gestetner, molto ben
conosciuti dal sottoscritto in
qualità di
segretario steno-dattilo-ciclostilografo,
ricoperta per alcuni anni dal
1954, precisando in proposito
che al mio balbettato tentativo
di sottrarmi a questa funzione,
il Direttore Fr. Avventore mi
ricordò che ero pur sempre uno
scolaro di prima elementare del
neo-assessore Fr. Amedeo, quindi
………
Una associazione che,
come quella nostra, viveva
all'ombra di una Casa dei
Fratelli, disponendo ora anche
di una sede propria, non tardò a
manifestare i segni di una
multiforme vitalità espressa
nelle numerose iniziative che
ancora oggi vengono rievocate
nelle cronache di quegli anni
riportate su "L'Oasi". Uomini
che composero i vari Consigli
Direttivi quali i Cristina, i
Cucco, i Consolandi, i Rallo, i
Curcurù, i De Rosa, gli Amato
(ma anche qui, ahimè, la lista è
incompleta!), oltre al già
ricordato benemerito Presidente
Prof. Guardì, non mancarono
certamente né di fantasia, né
della necessaria energia per
realizzarle. Come non ricordare,
sia pure per sommi capi, i
pranzi e le cene sociali e
familiari, le gite di Ferragosto,
i corsi di Arabo, le iniziative
benefiche, la Pasqua Ex-Allievi,
le conferenze, i frequenti Bingo
e le tombolate, le
rappresentazioni teatrali, etc.
Se poi si considera che tutto
questo fermento doveva essere,
in modo sempre discreto,
filtrato, rivisto o temperato da
chi doveva risponderne davanti
alla Direzione dell'Istituto,
allora possiamo farci un'idea di
quanto importante, delicata e
impegnativa fosse l'opera del
nostro assessore Fr. Amedeo. Per
di più, sulle sue spalle gravava
anche la responsabilità di
curare le "public relations" con
tutti gli associati. Da qui
l'esigenza di adattare il già
ricordato retrobottega ad una
specie di primitiva tipografia
in sedicesimo, che comunque
sopperì onestamente alle
esigenze comunicative della
Scuola e delle due Associazioni
Lasalliane che convivevano in
seno all'Istituto.
Fr. Amedeo seppe fare
buon uso dei mezzi di
comunicazione che una vecchia
Olivetti ed un ciclostile gli
assicuravano per il normale
svolgimento della vita
associativa degli Ex-Allievi.
Lettere, circolari, avvisi,
convocazioni e quant'altro,
tutto usciva dalla sua penna,
non ultimo il notiziario
"EX-ALLIEVI" che pur nel
ristretto spazio di un paio di
facciate, oltre alle cronache
sociali, conteneva tutta la
pungente bonaria ironia del
nostro Assessore, a condimento
delle varie mini-rubriche.
La preparazione di questo
materiale si svolgeva
regolarmente sotto l'attenta
direzione e sorveglianza del
Nostro. E tutto generalmente
filava liscio fino al momento in
cui le matrici dattilografate
dei vari testi passavano alla
…….rotativa ( cioè al ciclostile
a manovella sopra ricordato).
Qui occorre aprire una parentesi
e richiamare alla memoria una
circostanza che gli alunni di
antica data dei Fratelli delle
SS. CC. hanno ben appreso (talvolta
a loro spese!) fin dalla prima
elementare: l'assoluto rispetto
dei nostri insegnanti verso la
carta in genere. Maltrattare i
nostri quaderni o, peggio ancora,
i nostri sillabari con le
deprecate "orecchie" agli angoli
delle pagine, significava
compiere un oltraggio
imperdonabile verso questa
preziosa materia. A maggior
ragione, in nessun caso era
permesso sprecarla. Fr. Amedeo
fu la vivente personificazione
di tale rigida regola: penso sia
a tutti noto che nella sua
mitica agendina tascabile egli
riusciva a condensare anagrafe,
contabilità e quant'altro della
nostra Associazione.
Orbene, ritornando alla …..
tipografia, per stampare qualche
centinaio di fogli dei vari
documenti, era necessario
provvedere ad una abbondante
inchiostrazione del ciclostile,
alla quale seguiva una
limitatissima tiratura di prova
affinchè l'inchiostro si
disponesse uniformemente sul
rullo. Era assolutamente
inevitabile che, nella migliore
delle ipotesi,
almeno una mezza dozzina
di fogli andasse sacrificata in
questa operazione. Dopo quanto
ricordato più sopra, è facile
intuire quale fosse
l'insofferente atteggiamento di
Fr Amedeo di fronte a tale "scempio"
e la conseguente ripetuta accusa
di "sprecone" che puntualmente
il sottoscritto si beccava suo
malgrado ad ogni tiratura!
Povero Fr. Amedeo: mi chiedo se
abbia fatto in tempo a
risparmiarsi il magone che
l'attuale enorme spreco di carta,
specialmente quello della
pubblicità, gli avrebbe
certamente procurato.
Ma oltre a quanto sin qui
ricordato, la nuova sede doveva
sopperire principalmente alle
esigenze per le quali era stata
voluta e realizzata, essere cioè
luogo di incontri, di
aggregazione e di svago affinchè
tutti gli Ex-Allievi potessero
continuare a sentirsi "di casa".
A tale scopo nella sala
di rappresentanza vennero
sistemati un calcio-balilla ed
alcuni tavolini con sedie dove
era possibile dedicarsi alla
lettura o alla partitella di
scopone o di briscola, salvo
chiudere la serata con una
capatina al gioco di bocce in
cortile. L'atmosfera amichevole
e serena che vi si respirava,
rendeva il luogo sempre ben
frequentato, sotto la discreta
sorveglianza del Sig. Calandra (zio
dei nostri soci Leonardo e
Mario). Nelle festività la sede
si animava già dalla mattinata e
la visita di qualche personalità,
o, meglio ancora, la presenza di
qualche ex-allievo non ancora "regolarizzato",
richiamava la presenza del
nostro Assessore. In questi casi
era buona consuetudine che
l'Associazione desse il
benvenuto all'ospite ed allora
vedevamo Fr. Amedeo sparire per
un attimo nel retrobottega ed
uscirne subito dopo con un
vassoio di bicchierini (erano
non più grandi di un ditale da
sartoria, a salvaguardia della
sobrietà dei convenuti!), e con
una bottiglia di ben stagionato
vermouth locale con il quale si
brindava in allegria,
specialmente se nell'aria c'era
odore dei sempre vituperati, ma
sempre bene accolti "filussi" da
versare nella cassa sociale.
Peculiare destino quello
di questa nostra sede! Essa fu
la prima sede propria
dell'Associazione Ex-Allievi di
Tripoli, ma ne fu anche
l'ultima.Tuttavia, dopo il
rimpatrio del 1970, dalle sue "ceneri",
l'attuale Ex.La.Li - Fr. Amedeo
ha tratto così tanta energia da
stabilirsi nei 5 Continenti, sia
pure a scapito di una vera e
propria sede intesa in senso
classico. Non vogliamo allora
considerare laicamente "santa"
quella sede da cui noi Ex-Allievi
Lasalliani di Libia proveniamo?
Prima di concludere
questa disordinata esposizione
di ricordi, mi sia consentito di
fare un pensierino: chissà se un
nostro exlali, passeggiando per
Sciara Afghani e svoltando alla
prima traversa a sinistra, una
volta superato il frontale
dell'Istituto,
puntando la sua
fotocamera su quell'angolo di
strada e (se esiste ancora) sul
portoncino posto a pochi passi,
volesse farci rivisitare un
luogo certamente caro alla
nostra memoria …..
Amilcare
Angelucci