LA STANZA   di   Francesco Caronia
  


Francesco Caronia
Cliccate sulle foto per ingrandirle

Emigrazione in Sicilia

di

FRANCO CARONIA

Continua tuttora, anche se in misura ridotta, il flusso migratorio da Sud a Nord ed in particolare dalla Sicilia al Piemonte,


Flusso migratorio da Sud a Nord

regione che è stata protagonista della rivoluzione industriale del Novecento e che, grazie soprattutto alla Fiat, aveva conosciuto negli anni sessanta un consistente sviluppo nel settore manifatturiero.


Grazie soprattutto alla Fiat

Ma non è stato sempre così.  Ci furono anni, in passato, in cui l’emigrazione avveniva con un senso di marcia contrario e cioè dal Piemonte verso la Sicilia. Contadini, allevatori, vignaioli, commercianti e nobili in cerca di avventure, abbandonarono i territori, allora poco fertili e sovrappopolati delle Langhe e del Monferrato, per trasferirsi in Sicilia, regione prosperosa, ospitale, scarsamente abitata, ricca di risorse e dal clima meravigliosamente mite.

A stimolare questo esodo fu probabilmente un matrimonio, dettato non tanto da sentimenti amorosi quanto da ragioni politiche, fra Adelasia del Vasto, figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato


Adelasia del Vasto

e il normanno Ruggero I° d’Altavilla, gran conte di Sicilia e Calabria.


Ruggero I° d’Altavilla

Le buone notizie che arrivavano dal Sud avevano incoraggiato alemarici e lombardi, popoli del nord-ovest d’Italia, a tentare l’avventura in terra di Sicilia. Anche Ruggero fu favorevole a ricevere in Sicilia emigranti del Nord, di origini latine, per poter bilanciare la numerosa presenza nel suo regno di sudditi di etnie diverse, come quella araba, ebrea e greca

Adelasia fu la terza moglie di Ruggero ed ebbe due figli, Simone nato nel 1092 e morto in tenera età e Ruggero, forte e promettente, nato a Mileto in Calabria nel 1095, destinato a diventare il futuro erede al trono di Sicilia. 

Adelasia era donna forse non molto bella ma tanto ambiziosa ed energica e riuscì ad amministrare il regno, avendo appreso dal marito Ruggero l’arte di governare e quindi della politica e della diplomazia, in modo tale da mantenere saldo il potere e ad assicurare il trono al figlio, anch’egli Ruggero come il padre.

Rimasta vedova nel 1101, Adelasia si trasferì dalla Calabria a Palermo e si dedicò al consolidamento del regno governando, con abilità e saggezza un popolo composto da varie etnie ma appartenenti ad una stessa unica patria. Nel 1112 passò le leve del comando al diciassettenne figlio Ruggero II°, affiancato provvisoriamente da un reggente.


Ruggero II°

Nello stesso anno, ormai libera da impegni di governo, ricevette una proposta di matrimonio da parte di Baldovino I° di Fiandra, re di Gerusalemme, interessato a concludere una pacifica alleanza con il potente regno normanno. Sembra non sia da escludere che Baldovino fosse anche interessato all’enorme ricchezza di Adelasia.


Baldovino I° di Fiandra, re di Gerusalemme

L’anno successivo si sposarono e Adelasia fece inserire nel contratto matrimoniale che alla loro morte il titolo di Re di Gerusalemme sarebbe stato ereditato dal figlio Ruggero. Dopo pochi anni, il matrimonio si rivelò un fallimento per varie ragioni e nel 1017 fu dichiarato nullo. Adelasia, provata e delusa, ritornò a Palermo e si ritirò a vita privata. Morì in un convento a Patti, nel 1118 e fu sepolta in cattedrale con tutti gli onori.


Nel 1118 Adelasia morì in un convento a Patti

Ruggero II, dopo gli anni di reggenza, salì al trono nel 1130 e regnò, in un clima di relativa tranquillità, fino alla morte, nel 1154. Dal matrimonio con Beatrice di Rethel


Beatrice di Rethel

ebbe una figlia, Costanza d’Altavilla,


Costanza d’Altavilla

che poi andò in sposa ad Enrico VI di Germania.


Enrico VI di Germania

Dalla loro unione nacque Federico II°, nel 1194, che diventò il famoso imperatore Federico II° di Svevia, passato alla Storia col soprannome di “Stupor Mundi”.


Federico II° di Svevia, “Stupor Mundi”

Molto ci sarebbe da dire, considerato lo spessore del personaggio, mi limiterò però ad esaminare il fenomeno migratorio degli anni del suo regno, che sostanzialmente vide ancora tanti piemontesi spostarsi verso la Sicilia.

La politica di Federico era mirata a smorzare lo scontro fra due civiltà, quella europea e il mondo musulmano, col quale dialogava e dal quale attingeva cultura e conoscenze in diversi campi dello scibile umano. Tanti suoi collaboratori erano latini, greci, ebrei e arabi, pochi erano musulmani ma la curiosità verso il loro mondo e la loro religione fu spesso causa di inimicizia col Papa.

Federico inoltre si adoperò in difesa dei diritti degli stranieri residenti nel suo regno. Quando sorsero problemi con i ribelli saraceni, che si rifiutavano di convertirsi al cristianesimo, egli non li uccise ma li spostò in Puglia, nella città di Lucera.

Anche Federico II, come i suoi predecessori, puntò sul trasferimento nelle terre siciliane di numerosi emigranti reclutati in Piemonte al fine di ripopolare le campagne devastate durante la ribellione dei saraceni.

E come i suoi predecessori, anche lui ebbe una moglie piemontese, la bellissima Bianca Lancia,


Bianca Lancia

della famosa famiglia piemontese dei Lancia. Bianca fu la quarta ed ultima moglie di Federico, ebbe tre figli tra cui Manfredi che ereditò il regno di Sicilia.

 


Re Manfredi

Secondo lo storico Alessandro Barbero, gli attuali abitanti di Corleone, in provincia di Palermo, discenderebbero da quest’ultima ondata di emigranti piemontesi nel regno di Sicilia.

Fra i Comuni che hanno risentito dell’influenza piemontese, riscontrata nel DNA della popolazione, vengono citati Sanfratello, Novara di Sicilia, Ferla, Nicosia e Piazza Armerina, dove nel linguaggio parlato si notano ancora oggi molte parole di origine piemontese. Anche molti cognomi diffusi in questi paesi sono di origine piemontese, come Lanza, derivato dalla nobile famiglia aleramica Lancia, e poi Barbera, Giordano, Lombardo, etc.

Per concludere, se è vero che la storia non si ripete mai, è altrettanto vero che le alterne vicende, vissute nei diversi luoghi del pianeta da intere comunità, hanno offerto periodi di magra e altri di benessere e in ogni caso, escludendo le calamità naturali, l’intervento e l’influenza dell’uomo sono stati sempre determinanti.

Francesco CARONIA