TAHAR AL TARHUNI
Dovete
sapere che il mio papà faceva, quand’ero
bambino, il giornalista, l’impaginatore, il
compositore, l’editore e naturalmente anche
il tipografo dell’unico giornale che in quel
paese esisteva: “L’ORA
DI TRIPOLI ”.
Siccome,
come si sà, per far uscire il giornale alle
prime ore del mattino, il lavoro del
giornalista, tipografo, ecc. ecc. il mio
papà lo doveva fare durante tutta la notte.
Di conseguenza, mi ricordo, che la mattina
appena io insieme ai miei fratelli ci
alzavamo dal letto, giusto il tempo di
lavarci la faccia, arrivava lui con una
decina di
Sfinse
(1) calde calde incartate dentro un
foglio di giornale.
|
...arrivava
lui con una decina di
Sfinse
calde
calde incartate dentro un foglio di
giornale. |
Che belle
quelle frittelle croccanti!!
Erano per lo più grandi come una
pizza, il bordo tutto intorno era soffice e
morbido , sembrava proprio il volante di una
Sajjarat (2),
mentre la parte all’interno era
sottile e croccante.
Intanto che
noi ragazzi divoravamo il tutto,
mamma veniva a conoscenza delle notizie più
importanti, poi data un’occhiata , tra una
macchia d’unto e l’altra, ai titoli ed
all’impaginazione del giornale
sentenziava il suo giudizio
estetico-critico-giornalistico-sensazionale.
SI
SCONTRA UN CAMMELLO CON UNA VACCA
PULMINO
CARICO DI CAPRE SI RIBALTA
IL RE
IDRIS (3) SI CURA UN CALLO
ROMA E’
SEMPRE PIÙ’ VICINA A TRIPOLI
COSTRUIRE UNA CASA NEL DESERTO
SI PERDE
NEL SERIR (4) UNA CAROVANA
poi
naturalmente le notizie dall’estero ed
infine quelle economiche e gli scambi
commerciali.A scuola ovviamente
ero il più informato di tutti e
tenevo metodicamente il sunto delle notizie
più importanti subito dopo l’appello.
A lungo
andare però la cosa a mia madre non andava
più giù tanto a genio, si sentiva sempre più
sola, anche se noi , suoi figli,
ce la mettevamo tutta nel fare casino
e nel cercare di tenerla impegnata. Cos’ì un
bel giorno ne discusse con mio padre e
giunsero alla conclusione che era necessario
affiancare una persona di fiducia alla mia
mamma. Nei giorni successivi babbo mise un
annuncio sul giornale, diede voce al
barbiere, parlò con il rigattiere, con
quello che consegnava il latte, parlò con il
nostro fornitore di uova fresche, chiese
consiglio al panettiere, insomma si diede
veramente un gran da fare per trovare
qualcuno di fiducia che potesse venire a
casa nostra ad abitare in qualità di
custode-sorvegliante. Dopo lungo
pellegrinare fu messo a corrente che un
certo
Tahar
(5)
Al
Tarhuni
(6) che abitava nel deserto, aveva
espresso il desiderio che gli sarebbe molto
piaciuto trasferirsi nella nostra metropoli
e dato i tempi difficili che allora
correvano era disposto a far qualsiasi cosa
per poter lavorare e mettere da parte
qualche
piastra (7) affinché potesse comperare
una moglie come si deve e mettere su
famiglia come i grandi signori. Accompagnato
da
Bubakker
(8) mio padre si recò nel deserto nei
pressi di
Tarhuna
(9) e lì chiese di
Tahar Al Tarhuni.
Tahar era
giovane, forse aveva per lo più 24/25 anni,
era scuro di capelli, chiaro di carnagione
e portava regolarmente la
taghiia
(10)
bianca sulla testa.
Quella sera
venne subito a casa nostra e quando mia
madre felice gli mostrò la sua stanza, che
nel frattempo avevano fatto costruire sul
retro del
giardino, lui il Tahar rifiutò
immediatamente , in quanto , in quella cosa
lì in
muratura,
tutta intonacata sia dentro che fuori,
con una porta di legno, una finestra, una
terrazza, un tetto e persino un
Bitarrah
(11)
all’interno, lui, non ci sarebbe mai
entrato ad abitare. Era antigienico; una
casa come si deve - lui,
che veniva dal deserto
se ne intendeva veramente - doveva
essere fatta in legno e paglia, per
porta al massimo una tenda, un buco
per terra vicino al banano andava benissimo
per il cesso, e poi la questione del tetto..
era veramente impossibile che una casa
dovesse avere un tetto, e continuamente
chiedeva a tutti:
Ma come si
fa a guardare il cielo e pregare ad Allah se
non vedi il cielo ed il firmamento?
A
questo
punto il Tahar ebbe il consenso da parte dei
miei di approvvigionarsi di tutto il legno
che trovava utile nel nostro giardino per
potersi costruire una casa adeguata ai suoi
desideri verso il lato sud ovest del
terreno.
Il Tarhuni
l’indomani si mise all’opera , si armò di
sega, chiodi e martello, raccattò un pò
ovunque ciò che gli poteva andar bene, una
tavola, uno sgabello, un foglio di cartone,
una lamiera traforata, quattro pali di ferro, insomma, tutto
quanto poteva essere riciclato a dovere. In
breve tirò fuori il perimetro con tanto di
staccionata intorno per il regolare
Farrug (12) ed all’interno
utilizzò quella cosa tutta bianca e
rossa di forma strana che aveva trovato
sotto le piante dei datteri a confine con la
proprietà del signor Severino Speranza.
Quando
la
Bait
(13)
fu pronta il Tahar ci invitò tutti a
prendere il
Gahua’ (14), fu allora che il mio papà ebbe
il suo primo colpo al cuore; il nostro
custode aveva smantellato a dovere
il motoscafo di legno che aveva
parcheggiato in giardino per effettuare
alcuni ritocchi alla chiglia.
Mai
un
Gahua’ fu più sofferto, tra smorfie e
sorrisi bevemmo seduti sui sedili in skay a
strisce bianche e rosse .
Per tavolino
avevamo la ciambella di salvataggio mentre
fuori la bandierina rossa svolazzava
al vento .
VOCABOLI TAHAR AL TARHUNI
1
|
Sfinse
|
Frittella
|
2
|
Sajjarat
|
Automobile
|
3
|
Idris
|
Idris era il nome del Re
Idris I^ El Senussi il
Senussita
|
4
|
Serir
|
parte del deserto
|
5
|
Tahar
|
nome
comune di persona
|
6
|
Tarhuni
|
proveniente dalla città di Tarhuna
|
7
|
Piastra
|
moneta locale in argento
|
8
|
Bubakker
|
nome
comune di persona
|
9
|
Tarhuna
|
Tarhuna era una città all’interno a
sud-est di Tripoli
|
10
|
Taghiia
|
Copricapo
|
11
|
Bitarrah
|
Cesso
|
12
|
Farrah
|
Pollaio
|
13
|
Bait
|
Abitazione
|
14
|
Gahua’
|
Caffè
|
|
|
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Nuovo edificio
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Galleria
|
Il porto di
Tripoli
|
pianta
di Tripoli 01
|
pianta di
Tripoli 02
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