La stanza di Giancarlo Consolandi

Giancarlo Consolandi

   Ritorno a Tripoli 

(34 anni dopo)

17-22 novembre 2004

È stato un vero tuffo nel passato, alla ricerca dei luoghi, di affetti, di amicizie coltivate nel tempo. Un viaggio nella memoria, carico di nostalgia, di emozioni e di nuovi sogni.

Della delegazione AIRL (Associazione Italiani Rimpatriati dalla Libia) guidata dal presidente Giovanna Ortu e composta da sei membri del direttivo, ben quattro partecipanti allo storico viaggio, erano Exlali: Mario Puccinelli, Giovanni Spinelli, Luigi Sillano ed il sottoscritto. Gli altri erano Raffaele Iannotti e Ornella Sillano figlia di Luigi, la più giovane profuga.

Il visto ci era stato personalmente consegnato dall’Ambasciatore libico El Obeidi, ospite d’onore al Convegno AIRL tenutosi a Roma lo scorso 30 Ottobre, dove si è festeggiata la conclusione della nostra traversata del deserto. Il rappresentante del governo libico aveva anticipato il benvenuto in Libia del leader Gheddafi agli “ex residenti, anello di congiunzione tra i due popoli ed i due Stati”.

“Tornare a Tripoli per noi significa aver ottenuto  un riconoscimento per il quale abbiamo lottato tanto in questi anni, quindi più che meritato, e soprattutto riappropriarci di una significativa parte della nostra vita ...” ha dichiarato Giovanna Ortu.

 

 

La stampa ha dato ampio risalto all’evento con significativi titoli giornalistici:

“A Tripoli, i primi italiani ex residenti” (News Italia Press 15/11/04);

“Per gli esuli finisce la traversata nel deserto” (Ansa 15/11/04);

“È il lieto fine di una lunga storia” (Il Tempo 16/11/04);

“Libia, dopo 34 anni rieccoci  a casa” (La Nazione 17/11/04);

“Italiani espulsi dalla Libia, un ritorno a lungo atteso” (Secolo d’Italia);

“Ritorna a Tripoli il primo gruppo degli Italiani espulsi nel 1970. Emozioni e gratitudine di tre generazioni” (Rai News 17/11/04);

“Esuli, nel suk di Tripoli 34 anni dopo” (Ansa 17/11/04 );

“Le nostre due vite. La prima in Libia, la seconda in Italia” (la Stampa 18/11/04);

“Tripoli, il ritorno degli Italiani. È una grande emozione, aspettavo questo giorno da 34 anni” (La Repubblica 18/11/04);

“Finalmente a Tripoli, casa nostra” (Il Corriere della Sera 18/11/04);

“Una giornata a Tripoli ... bel suol d’amore” (Fatti Nuovi 19/11/04);

“Libia, dimenticato il cimitero con 8000 italiani” (Avvenire 19/11/04);

“Libia, il cimitero cristiano sarà risistemato: era diventato un’enorme discarica a cielo aperto” (Il Secolo d’Italia 21/11/04);

“La mia Tripoli dei sogni ritrovata” (Il Territorio 24/11/04) ...

 

 

Il disgelo cominciò due anni fa quando Giovanna Ortu, Presidente dell’AIRL, nel corso della sua prima visita a Tripoli (giugno 2002) ebbe occasione di verificare di persona le condizioni di abbandono del Cimitero Cristiano di Hammangi, dando avvio al progetto di ristrutturazione che tutti conoscono per aver ricevuto in merito lo Speciale Hammangi di Italiani d’Africa.

Nel nome dei morti, Italiani e Libici hanno costruito, incontro dopo incontro, “un nuovo futuro per i vivi” come ha dichiarato Luigi Sillano che ha partecipato per conto dell’AIRL a tutte le trattative sino alla firma del Verbale d’Intesa avvenuta il 21 Novembre u.s. durante la nostra presenza in Libia.

 

L’accordo prevede la ristrutturazione dell’ex Sacrario Militare progettato dall’Arch. Caccia Dominioni, dove verranno ricollocati i resti delle circa 9.000 salme, liberando e bonificando i tre quarti dell’attuale cimitero la cui area verrà restituita alla municipalità  di Tripoli affinché venga destinata ad area verde.

Ora si tratta di trovare i finanziamenti, circa 4 milioni di Euro, che dovranno essere reperiti al più presto ...  e l’impresa appare alquanto ardua. Per questo, Giovanna Ortu lancerà una sottoscrizione per quella parte di fondi che non saranno corrisposti dal Governo Italiano.

 

 

Felici ed emozionati siamo giunti a Tripoli dopo 34 lunghi anni di forzata assenza,  il 17 Novembre 2004, a bordo di un grande Airbus della Lybian Arab Airlines dopo appena un’ora e quaranta minuti di volo da Roma.

La capitale libica ci ha accolti con una leggera, benefica e beneaugurante pioggerellina autunnale (17° C).

Ci ha accompagnati in questo viaggio, l’Ambasciatore italiano Claudio Pacifico che con l’AIRL tanto si è impegnato perché questo giorno arrivasse a conclusione del suo mandato e con questo significativo successo.

 

All’arrivo all’aeroporto di Tripoli, l’accoglienza è stata calda ed in certi casi commovente. Abbiamo riabbracciato vecchi amici e conoscenti; Mario Puccinelli ha subito ripreso a parlare arabo e tutti siamo stati “requisiti” dalla radio e dalla TV libica.

Molte anche le telecamere e i giornalisti al seguito dall’Italia, vista la singolarità  dell’evento.

Durante il tragitto dall’aeroporto verso il centralissimo ed economico Hotel El Kebir (sorto al posto del vecchio Grand Hotel), Tripoli ci è apparsa lì per lì irriconoscibile, con i suoi innumerevoli edifici popolari ed i balconi pieni di antenne paraboliche.

 

Tripoli non è più la città di 170.000 abitanti abbandonata nel 1970. Oggi conta più di un milione e mezzo di residenti ed è una città tipicamente orientale che si è ampliata sia occupando spazi interni all’area costruita, sia espandendosi verso le aree di campagna con nuove strade sopraelevate e svincoli fra cui non è affatto facile orientarsi.

Il profilo urbanistico è sostanzialmente modificato e nelle ore di punta si presentano tutti i problemi delle grandi città: inquinamento acustico e traffico caotico.

Le strade secondarie sono alquanto degradate ed i vecchi edifici necessitano di significativi interventi di restauro conservativo e già si è cominciato a fare qualcosa.

 

Dopo l’iniziale disorientamento, si riscopre la città di un tempo, piena di vita e  che conserva  il fascino di sempre con i suoi principali punti di riferimento: la Piazza Verde, dalla quale si diramano le note arterie con tanti fornitissimi negozi, bar (nell’ex bar Bascetta abbiamo potuto gustare un’ottima pizzetta napoletana) ed eleganti ristoranti, molto più economici che in Italia, dove si possono gustare burik e prelibati piatti di cuscus, di pesce e carni varie;

i Cinema (Odeon, Rex, Alhambra, Metropol), le Banche (l’ex Banco di Roma che domina la Piazza Verde con la fontana dei cavalli marini, la Banca di Libia), il Castello Rosso adibito a Museo e recentemente ristrutturato, l’Arco di Marco Aurelio, le antiche Moschee Caramanli e Gurgi ...

 

C’è ancora molto, di quello che è rimasto vivo nel ricordo, almeno nel centro città e nella sempre tipica città vecchia, la Medina, con l’antica atmosfera dei mercati e dei vicoli dove sono iniziati intensi interventi di recupero, favoriti dal nuovo afflusso turistico.

La ex chiesa di Santa Maria degli Angeli è stata completamente ristrutturata ed adibita a pinacoteca, come pure la prima sede del Banco di Roma, del Consolato inglese, del Consolato francese ed alcuni ex caravanserragli.

Nel Suq-al-Turk hanno riaperto tutti i vecchi negozi di stoffe, artigianato, orafi ed argentieri.

 

Abbiamo visitato le moschee di Gurgi e Caramanli e sorseggiato un aromatico the alla nanà seduti nel caratteristico bar dove si levano i profumi dei narghilè, sotto la torre dell’Orologio al termine di Suq-al-Mushir.

E poi l’ex Palazzo Reale, oggi biblioteca pubblica, l’ex Cattedrale trasformata in moschea da abili progettisti orientali ed illuminata a giorno ogni sera, la Galleria De Bono, il Palazzo ex INPS, il Palazzo delle Poste, l’Hotel Uaddan, la fontana della Gazzella, la Fiera Internazionale sempre imponente lungo Giaddat Omar El Mukhtar e più giù verso Gargaresh tante nuove costruzioni che fanno intravedere il bel mare sempre azzurro ma che hanno definitivamente cancellato gli stabilimenti del Lido e dei Sulfurei fino all’Under Water dove c’è ancora il bowling e più in là l’ex Mago Rosario tra le tante ville di Giorgimpopoli circondate da alte mura di cinta ed oggetto di sopraelevazioni che ne hanno modificato le originali sagome.

Verso la Mellaha corre una nuova arteria a scorrimento veloce che alleggerisce il traffico del vecchio lungomare affiancato da nuove piantumazioni di palme, aree attrezzate con giochi per i bambini ed una grande fontana in corso di realizzazione.

Il tutto, unitamente a fantastiche albe, si può ammirare dalle finestre dell’Hotel El Kebir.

 

Nuovi alberghi sorgono vicino all’ex ingresso del porto. Il più recente e lussuoso è il Corinthia, gestito da Maltesi e che ha costi proibitivi (220 Euro a notte!). 

E poi tanti trafficati spazi urbani con nuove costruzioni e nuove torri: la più bella ed imponente è Burj Al Fatah (Torre della Rivoluzione), sulla cui sommità funziona un ristorante girevole che domina la nuova city nel quartiere di Dhat al Imad.

 

Le scuole: tutte ancora lì, col peso dei loro anni.

Sono state ristrutturate la Scuola Arti e Mestieri e la ex Scuola Roma; stanno ristrutturando il Liceo; attendono un intervento l’Istituto Tecnico, la Scuola d’Avviamento Professionale ed il nostro amatissimo, glorioso Istituto De La Salle che ho visitato insieme agli amici Hassan Gritli e Radwan Gialuta con al seguito cineoperatori che vi hanno riproposto la storica visita nei vari TG televisivi.

Emozionante l’accoglienza e l’incontro con la gentilissima Vice Direttrice ed il corpo insegnante; commovente l’ingresso nell’aula dove ho frequentato la prima elementare ed il caloroso saluto delle studentesse (alla lavagna ho scritto gli anni di inizio e fine del mio corso elementare e medio ...).

Che felicità varcare nuovamente l’ingresso, ripercorrere scale e corridoi e rivivere come in sogno il suono della campanella alla fine delle lezioni, le corse in cortile, il saluto agli insegnanti, ai Fratelli, a Fr. Amedeo in particolare, a Don Vincenzo, rivedere i vari locali della cappella, del teatrino, del refettorio, della direzione e poi ricambiare all’uscita l’affettuoso saluto del corpo insegnante e delle studentesse affacciate alle finestre!

 

Ci ritornerò, anzi ci torneremo!

Preparatevi cari ex compagni di scuola miei coetanei a festeggiare a Tripoli, il prossimo Ottobre, i 50 anni del nostro primo giorno di scuola! L’accoglienza non sarà meno calorosa.                    

 

Uno degli impegni ufficiali più importanti è stato quello con il Governatore di Misurata Muftah Keiba.

Partiti da Tripoli, dopo due ore di viaggio siamo giunti nella bella città che oggi conta 400.000 abitanti, dopo aver percorso la litoranea verso Tagiura, Garabulli, Homs e Zliten.

A Misurata, il Governatore ci ha dato il suo benvenuto con amicizia dicendosi contento del nostro ritorno dopo tanti anni. Ospite d’onore, Raffaele Iannotti, nativo di Dafnia, già Villaggio Garibaldi.

Abbiamo visitato un ospizio, un orfanotrofio e una scuola.

Nel centro per anziani, qualche ospite ci ha chiesto notizie di famiglie conosciute prima degli anni ‘70.

L’orfanotrofio, dove alloggiano 120 bambini, è un’oasi di pace linda ed efficiente, nella quale è impossibile non farsi prendere dalla commozione per i piccoli che vanno in cerca di una carezza, che vanno incontro agli ospiti stranieri.

A Dafnia, momenti emozionanti per Raffaele Iannotti nel rivedere quel che resta della ex azienda dei suoi genitori.

 

Non poteva poi mancare la visita alle rovine dell’antica città romana di Sabratha, riconosciuta dall’UNESCO nel 1982 quale Patrimonio mondiale dell’umanità.

Mario Puccinelli è invece ritornato per rivedere la sua fattoria, ma il maestoso carrubo piantato dal padre non l’ha più ritrovato. Ha invece ritrovato tante vecchie conoscenze tripoline anche in maniera casuale.

Luigi Sillano ed il sottoscritto hanno potuto rivedere le case dove hanno abitato in quel di Sciara Ez-Zawia.

 

La nostra visita non poteva che concludersi con la partecipazione alla S. Messa della domenica, ore 18, in lingua italiana celebrata dal Vescovo Mons. Giovanni Martinelli, Messa cantata dalle Suore di vari ordini religiosi (c’era Suor Mary Pace, da 56 anni in Libia, affezionatissima lettrice de l’Oasi), nella bella Chiesa di S. Francesco alla Dahra, Messa di ringraziamento durante la quale il Vescovo, porgendo un affettuoso e caloroso benvenuto ai rappresentanti della nostra comunità ed al Console d’Italia con noi presente, ci ha parlato del cammino di riconciliazione e del carattere internazionale della nuova chiesa di Libia, sottolineando lo spirito di amicizia, scevro di risentimenti e rivendicazioni, che accomuna tutti, Libici e Italiani, nei ricordi dell’infanzia e della gioventù.

 

Grazie Monsignore e grazie carissime Suore che da sempre con amore offrite il vostro servizio con grande ed impagabile spirito missionario nella nostra terra di Libia.

 

Mi piace pensare che anche i Fratelli delle Scuole Cristiane,  possano un giorno stabilmente tornare ... Coraggio Fr. Piero!

 

               Giancarlo Consolandi                                                                                                                                                                                                                    

 

 

Come tante gocce d’acqua formano un oceano,

anche noi se ci vorremo bene,

potremo formare un oceano di amicizie.

Come cambierebbe il mondo

se tutti gli uomini vivessero

in uno spirito di amicizia e di amore.

                       

                                                                    Ghandi