La stanza di Messaud Said Gana

Messaud Said Gana

Nalut    

Nalut, già centro berbero

A Nalut (grosso villaggio berbero sulla testata dell’uadi omonimo, posto ad un’altitudine di circa 620 m.), fino agli anni ‘30 la popolazione autoctona viveva quasi esclusivamente nelle tradizionali grotte (erano perciò detti trogloditi) mentre poche famiglie oltre quelle italiane abitavano vere case.

Grotte Grotte

Il paese era dominato da due castelli: uno costruito dai Turchi, pare nel 1802, poi ristrutturato dagli Italiani; l’altro, l’antichissimo castello berbero

Antico castello berbero, oggi malridotto

 

Messaud Said Gana, già autore di una ricerca giovanile su Nalut e sempre affezionato  a questi luoghi, posa incuriosito con lo sfondo degli imponenti  ruderi del Castello di Nalut,  a destra del quale si nota il caratteristico minareto della Moschea Alala del 1300.

, ora piuttosto malridotto, si configurava come un tipico “granaio fortificato” per la custodia dei prodotti. Le piante più coltivate sul Gebel Nefusa erano: il fico, i cui frutti essiccati e conservati costituivano uno dei principali alimenti dell’inverno; gli olivi, che garantivano tramite primitivi frantoi installati in quasi tutti i villaggi della regione olio appena sufficiente agli abitanti nelle annate di raccolto abbondante; e orzo, in quantità piuttosto scarsa ... Vi si producevano barracani di lana e di  cotone e teli da tenda in pelo di cammello. Oggi Nalut è una cittadina disinteressata al suo passato: al passato si interessano i turisti in cerca di megawir inesistenti e di vecchi frantoi, incuriositi dal centro storico dalle viuzze impraticabili, affiancate da ghorfas impilate su cinque piani, ...

Nella nuova Nalut non è consentito parlare berbero e il ritrovamento di fossili ha fatto sorgere un Museo dei dinosauri molto pubblicizzato.  Per attrarre e soddisfare i turisti si svolgono festival con esibizioni di cavalieri berberi, danze di tuaregh, concorsi folkloristici.

Depliant

 

Gasr di Nalut

Il Gasr di Nalut è il più occidentale dell’altopiano del Gebel, l’ultimo in Libia, a circa 30 km. dal confine tunisino, oltre il quale un numero imprecisato di Qasr testimonia la civiltà berbera nel Maghreb. In gran parte è ricavato dalla montagna,  da  una  roccia  a picco sulla gola di Ain Tola. Ma a differenza di altri Gsar, creati  appositamente  su  pianori, nei quali le celle sono disposte geometricamente attorno ad un corti le quasi circolare, qui le oltre trecento celle distribuite su 4-5 piani, costruite con la stessa tecnica di quelle di Uazzan, sono distribuite casualmente lungo i viottoli strettissimi del paese e formano le pareti di una viuzza non più larga di un metro. Nei tempi passati le ghorfas rigurgitavano di granaglie, di frutta secca, di lana grezza, di ammassi di barracani nuovi, lavori mu- liebri, pronti per essere inviati nei suk di Tripoli: un vero e proprio deposito di quanto produceva questa laboriosa cittadina berbera. Ogni famiglia aveva un certo numero di ghorfas ed un custode possedeva la mappa dei proprietari. A ridosso della porta d’entrata del Gasr gli indigeni mostravano una colossale pietra squadrata dove gli antichi capi di Nalut tene- vano la Corte di Giustizia.

Nalut - foto d'epoca Nalut - foto d'epoca
Nalut - foto d'epoca Nalut - foto d'epoca

 


*Messaud Said Gana ringrazia con affetto tutta la Redazione de l'oasi per aver composto professionalmente il testo del suo articolo.

Messaud Said Gana   
msdgana44@yahoo.it