La Stanza  di Mariella Giannò
  


Mariella Giannò
   

   

BUSETTA



Adriana Vella in Giannò, mia madreLuna

Mia cara Luna, 

mi hai chiesto di conversare ancora con te andando indietro negli anni, molto indietro e mi domando cosa ti spinge a risentire alcuni episodi della mia fanciullezza, trascorsi in un clima familiare intensamente sereno e armonioso.
Amo ritornare bambina e ricordare il soggiorno trascorso con la mia famiglia, composta da sei femmine e due maschi, a Busetta, località incantevole, ricca di palmeti e prospiciente una distesa infinita di mare azzurro che contrastava col verde dei campi e delle terrazze, che degradando dolcemente conducevano alla spiaggia.

... A Busetta, località icantevole, ricca di palmeti e prospicente il mare...

La villa che mio padre aveva donato a mia madre era particolarmente bella. 

Il padre di Adriana, Nino e  la madre, Elvira,  in villa.

Ogni stanza sia al piano terra sia al  primo piano aveva una terrazza ed infine al piano superiore, da una terrazza che lo sovrastava, si accedeva a una torretta dalla quale si dominava e si comunicava con il mare. Le mie sorelle più grandi, Annetta e Iris, salutavano con lunghe sciarpe colorate i giovani cadetti che a bordo delle navi-scuola entravano e uscivano dal porto di Tripoli.

... Il lungomare ed il porto di Tripoli...

In occasione dell’arrivo dei cadetti, sia sulle navi che alla Mellaha, località vicina a Busetta, venivano organizzate delle feste danzanti, alle quali le mie sorelle partecipavano.

La villa era circondata da palmeti e da zone fiorite, adibite a soggiorno all’aperto; un pozzo di stile arabo con relativa vasca rendevano più caratteristico e suggestivo l’ambiente.

... La villa era circondata da palmeti e da zone fiorite, ... un pozzo di stile arabo...

Per noi era un vero paradiso estivo; giocavamo e, credimi, non litigavamo mai pur essendo di età tanto diverse l’uno dall’altro. Eravamo felici di vivere in un ambiente tanto bello, sentivamo forte l’affetto che mamma e papà sapevano darci e, per ricompensarli di tanto amore, cercavamo di andare d’accordo tra noi bambini, accettando le piccole prepotenze dei fratelli minori.

Tutte le mattine ci recavamo sulla spiaggia attraversando un sentiero  tracciato su cinque terrazze molto ampie e ben coltivate che facevano parte della nostra piccola tenuta di tre ettari.

La spiaggia era dotata di grosso arenile e belle cabine; un’immensa scogliera ricca di granchi attraversava il mare e passavamo ore a raccoglierli nei secchielli e a degustarli.  Con ansia e grande gioia attendevamo che la luna piena illuminasse il cielo già costellato da miriadi di stelle splendenti; in compagnia di amici ci recavamo sulla spiaggia e ci tuffavamo in mare. L’acqua era calda, il bagno durava tanto, interrotto dal richiamo di chi ci offriva dolcissime fette di cocomero, frutto africano particolarmente gustoso.

... fette di ccomero, frutto africano, particolarmente gustoso...

La nostra villa appariva isolata; l’accesso alla tenuta era sbarrato da un alto muro di cinta e da un grande cancello che veniva aperto ai familiari degli ufficiali addetti alla caserma della zona per percorrere il tragitto più breve per recarsi al mare. Tante belle amicizie sorgevano da incontri occasionali.

Dalle fotografie che ho ricercato per te potrai renderti conto che non ho esagerato nel descriverti il nostro paradiso estivo, carico di bellezze e ricordi affettivi procurati da un immenso amore familiare e fraterno.

Ricordo con immenso amore le passeggiate romantiche che io e nonno facevamo attraversando viali alberati e fioriti. Ammiravamo il tramonto del sole, attraverso siepi di frangivento che, oltre a riparare dal vento, avevano il merito di rendere il paesaggio, di per sé tanto bello, più che fatato. 

...Ammiravamo i tramonto del sole attraverso siepi di frangivento...

Attraverso una trina leggera formata dalle foglie di questi arbusti… il cielo , il mare, il paesaggio ricco di palme assumevano un aspetto nuovo e incantevole, alle luci mutevoli del tramonto e del crepuscolo.

Nonno era all’epoca il mio fidanzato. Si accavallano  i ricordi di quando bambina giocavo con i miei amati fratelli e sorelle e di quando, fanciulla, sognavo di avere un giorno una numerosa famiglia ad immagine e somiglianza della mia.

...sognavo un giorno di avere una numerosa famiglia...

Oggi posso ringraziare il Signore perché Nonno è stato un compagno di vita meraviglioso e i miei figli sono i figli che ho desiderato avere. Iaia e Cico: così mia sorella Giuliana chiamava me e nonno Cico  all’età di due anni. E non ridere se ripeto una frase a noi cara…”Iaia e Cico…paradiso”.

Adriana Vella in Giannò




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