INFLUSSI ARABI SULLA CULTURA EUROPEA   PAG. 1
 
Arabismi: parole derivate dall'arabo nella lingua italiana
Sono quattro i principali motivi di questi prestiti:
    L’influsso arabo sulla cultura italiana ed europea può essere riconosciuto abbastanza facilmente in diversi settori:
  • Cultura
    • L’apporto degli studiosi arabi alla cultura occidentale fu vasto ed imponente.
      All’inizio, in verità, gli arabi erano stati ostili alla cultura greca e a quella cristiana, nella convinzione che l’unica fonte di verità fosse il Corano. In seguito essi studiarono accuratamente ed utilizzarono gli autori del mondo classico e ne trasmisero le conoscenze di geometria, botanica, medicina, geografia, astronomia, filosofia ad una Europa nella quale si era persa la conoscenza del greco e la possibilità di attingere alle fonti.
      In alcuni settori come l’algebra, la medicina , la botanica o la chimica furono poi proprio gli Arabi a dare contributi originali di nuove idee e nuove scoperte.
      Non è un caso che proprio in Sicilia, alla corte di Federico II, che raccoglie l’eredità araba, nasca la prima scuola poetica (cosiddetta Scuola Siciliana) italiana; sempre Federico attribuisce la qualifica di Studio alla Scuola salernitana di medicina, famosa fin dal X secolo .
       
  • Filosofia
    • Gli arabi recuperarono la filosofia greca , di Platone e di Aristotele soprattutto, la cui conoscenza era andata perduta nell’Occidente latino nei secoli dell’Alto Medio Evo e la trasmisero successivamente all’Europa tramite centri culturali cosmopoliti quali la Spagna e la Sicilia . Si trattava di salvare non soltanto dei sistemi filosofici, ma un’enciclopedia del sapere in cui confluivano le conoscenze (matematica, fisica, astronomia, scienze naturali, medicina) dell’antichità . Particolare importanza avranno i commenti all’opera aristotelica da parte di filosofi quali Averroè, la cui traduzione permetterà il fiorire della cultura universitaria europea, soprattutto per le facoltà di medicina , arti liberali e teologia. Proprio in ambito teologico l’influenza del pensiero arabo sarà importante per la cultura cristiana, in quanto furono filosofi quali al-Farabi, Avicenna, al-Ghazzali e Averroé ad impostare il problema del rapporto tra fede e ragione, decisivo in religioni rivelate da testi sacri, come appunto sono il cristianesimo e l’islam.
       
  • Lingua
    • Grande è l’importanza araba nel lessico italiano.
      Molte parole arabe vi entrano attraverso la Sicilia che, nel XII secolo, diventa la regione più importante per la storia del linguaggio italiano. L’isola era luogo di incontro fra un occidente arabo e le coste orientali, rimaste nell’orbita bizantina. Gli arabi hanno introdotto in Europa molti prodotti come lo zucchero, i carciofi, le arance, i limoni e il cotone con relativi nomi.  Trasmessi specificatamente attraverso la Sicilia sono parole quali: ammiraglio, sciara, zagara, cumula e molti altri. Il grosso delle parole arabe in italiano si divide in due gruppi, quelle pervenute dall’oriente attraverso le repubbliche marinare e quelle pervenute della Spagna (azimut, zenit, almanacco, algebra...).


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Avicenna
 

 

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Gli arabi governarono la Sicilia da 827 al 1091
Gli stati arabi hanno sempre giocato un ruolo fondamentale nell’intreccio delle reti commerciali che hanno legato le sponde del Mediterraneo durante il medioevo e fino all’era moderna.
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Anche le varie Crociate hanno favorito l'arrivo di termini arabi in Occidente
Un buon numero di parole di origine araba è penetrato in italiano in maniera per così dire indiretta e mediata, attraverso le traduzioni in latino, o, meno spesso, in un qualche volgare italiano, di un gran numero testi filosofici, astronomici, matematici e tecnico-scientifici redatti originariamente in arabo.
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Burghul  E' il grano cotto al vapore, essiccato e quindi macinato. In Siria il viene combinato con la carne trita. Il tutto viene mangiato cotto al forno o anche crudo. Cardamomo  Pianta comune in India, i suoi semi grigi oleosi si usano per profumare il caffè e il tè, soprattutto nella penisola araba. 
Carvi  E' una spezia molto usata nella cucina araba, i tunisini la mescolano con il coriandolo macinato, peperoncino e aglio.
Couscous  E' un piatto di origine berbera: il termine indica allo stesso tempo sia la semola che il piatto condito con verdura, carni o raramente pesce. 
Curcuma Spezia di origine indiana di color giallo -arancio, che oltre al sapore dà anche colore, per questo viene considerata lo zafferano dei poveri.  
Falafel  Sono polpettine fritte di fave o ceci tritati con cipolla, aglio e coriandolo.
Harissa  E' una specialità tunisina diffusa ormai in tutto il mondo arabo. Consiste in un impasto di peperoncino fresco e di aglio e olio d'oliva.
Kamun (cumino) E' una spezia aromatica e digestiva, il seme assomiglia molto a quello del finocchio. Si usa molto nei paesi arabi e viene quasi sempre accompagnata alla paprica dolce.  
Kebab  Spiedini di carne o pesce cotti su carbonella.
Tabbuleh  Insalata di burghul, pomodoro, menta e prezzemolo.
 
   
L’influsso arabo sulla cultura italiana ed europea può essere riconosciuto abbastanza facilmente in diversi settori:
 
  • Cultura materiale
    • Durante il periodo di permanenza in Sicilia, gli arabi influenzarono fortemente la cucina. A parte i cibi e le bevande proibiti dalla loro religione (carni di maiale, alcol) essi ebbero una cucina varia molto speziata, ricca di dolci celebri che ancora oggi formano il vanto della cucina siciliana. Oltre ad introdurre nuovi alimenti, come lo zucchero ( ma usavano soprattutto il miele per dolcificare), il riso, l’arancio, crearono vari tipi di torrone, la cassata, il sorbetto, gelati al gelsomino, alla cannella, al melone (in realtà, anguria). Vuole la leggenda che anche i cannoli siano stati creati negli harem siciliani.
      Oggi, grazie alla globalizzazione, tutti conosciamo molti alimenti usati dalle popolazioni mediorientali e nordafricane: riportiamo a lato alcuni cibi e condimenti ormai largamente diffusi.
  • Tecnologia
    • Gli Arabi portarono in Occidente nuove conoscenze e tecnologie, che l’Europa avrebbe poi ricevuto ed assorbito, anche se spesso con secoli di ritardo. Infatti il commercio e le attività produttive, compresa l'agricoltura, si avvantaggiarono molto della facilità di movimento che si venne a creare nel vasto impero arabo. Percorrendo in lungo e in largo l'immenso territorio islamico, un viaggiatore o un mercante avevano la sensazione di trovarsi sempre in patria. La stessa unità linguistica, pur nelle sue molteplici varianti, consentiva di comunicare con tutti i popoli conquistati. Non fu difficile, perciò, il trasferimento di costumi, studi, sistemi e metodi pratici di vita quotidiana, nonché di animali e piante da una regione all'altra.
      Gli Arabi inoltre migliorarono vecchie colture attraverso la selezione di varietà più produttive e l'ammodernamento delle tecniche agronomiche, e coltivarono nuove specie all'epoca poco note o del tutto sconosciute per l'importanza agraria.
      Per quanto riguarda l’agricoltura, possiamo perciò ricordare l’introduzione della canna da zucchero in Sicilia, del riso in Spagna, del cotone in Silia e in Africa, dell’arancio amaro e del limone sempre in Sicilia, degli spinaci e dell’allevamento dei bachi da seta e del gelso, necessario per l’allevamento dei bachi.; venne diffuso, anche se era già conosciuto, l’albicocco; venne sfruttata come alimento la melanzana. Si diffuse quindi un’agricoltura specializzata, resa più agevole dalle opere di irrigazione, in cui gli Arabi erano abilissimi.
      Per quanto riguarda l’introduzione di nuove tecnologie e prodotti di uso nella vita quotidiana, gli Arabi perfezionarono e diffusero l’uso di strumenti e tecniche provenienti da altre popolazioni: introdussero così nel Mediterraneo e poi in Europa la bussola, l’uso della carta, conosciuta in Cina, l’uso del mulino ad acqua e a vento, la vela latina, la porcellana, la fabbricazione dello zucchero, la lavorazione di legno, cuoio e tessuti


 

 


Arancio in primo piano
 

Le arance dell'isola sono simili a fiamme brillanti tra rami di smeraldo e i limoni riflettono il pallore di un amante che ha trascorso la notte in lacrime per il dolore della lontananza».
Questi versi sono di Abd Ar-Rahmàn, di Trapani.
Richiami letterari agli agrumi si hanno in altri poeti arabi siciliani, come nella qasìda di Abù - I -Hasan Ahmad b. Nasr al - Kàtib "In lode del cielo dei principi e sole degli abili personaggi", in cui il poeta così prorompe: 
«Su, gioisci della tua arancia raccolta: vi è felicità quando essa è presente. Si dia il benvenuto alle guance dei rami, e benvenute sian le stelle degli alberi! Sembra che il cielo abbia profuso oro fino e che la terra ne abbia formato sfere lucenti».