SIMPAMINA O AMFETAMINA

da Wikipedia

L'anfetamina (o amfetamina) è un farmaco con proprietà anoressizzanti e psicostimolanti. Dal punto di vista farmacologico esso è un agonista indiretto del sistema catecolaminergico, agisce soprattutto a livello centrale inibendo la ricaptazione di noradrenalina e dopamina ed ha una discreta capacità inibitoria nei confronti delle monoammino ossidasi. La sua azione si traduce quindi in una maggiore permanenza di neurotrasmettitore a livello sinaptico.

L'anfetamina ed i relativi derivati fanno parte di una più vasta classe di composti denominati fenetilamine. Il Ritalin non ne fa parte, anche se l'azione farmacologica è simile.

È basica e poco solubile in acqua; si scioglie meglio in etanolo ed etere etilico. I sali sono invece facilmente solubili. Viene infatti generalmente prodotta e commercializzata sotto forma del suo sale solfato racemo. Come tale si presenta come una polvere cristallina bianca, ha formula bruta C18H26N2·H2SO4 e numero CAS 60-13-9.

L'anfetamina è uno stimolante sintetico usato per

  • sopprimere l'appetito;
  • controllare il peso;
  • trattamento di disturbi mentali e comportamentali compreso narcolessia e ADHD (sindrome da deficit di attenzione ed iperattività).

È inoltre usata come stupefacente e per l'aumento di prestazioni fisiche (doping). Questi usi sono illegali nella maggior parte dei paesi. È una droga comunemente usata.

 

STORIA

Lo studio della amfetamina inizia nel 1917, quando fu utilizzato per curare la narcolessia e il morbo di Parkinson. Un eminente clinico di allora, proff. G. Piolti presso la Clinica Neurologica di Torino, dopo averla assunta ne dava questa definizione: “Se non esito a definirlo straordinario, la cosa è dovuta all’esperienza personale che ne ho fatto: nelle giornate di svogliatezza, malumore, difficoltà di lavoro intellettuale, produce una così completa rivoluzione della cenestesi da permettere anche un accanito lavoro ed un senso oggettivo di benessere quale nessun altro medicamento è in grado di provocare”. Il massimo impiego è tra le forze armate, l’esercito ne esaltava le azioni farmacologiche: “molti piloti ed osservatori della nostra gloriosa aviazione la usano con grande profitto, così come ne usano i guidatori di autocarri durante quei faticosi e noiosi servizi che conciliano il sonno”…”ne potrà giovare tanto il soldato semplice (assalti notturni, marcia prolungata), quanto l’ufficiale in analoghe contingenze di affaticamento fisico, può avere molto interesse in campo marinaro per il mal di mare, a chi svolge servizio nei sommergibili”. Anche padre Agostino Gemelli ne da un lusinghiero avallo scientifico:”nella mia qualità di direttore del Centro studi e di ricerche di medicina aeronautica presso l’Università Cattolica…mi permetto di comunicarvi che nel Centro da me diretto i miei solerti collaboratori già da un anno e mezzo hanno compiuto interessanti ricerche con un farmaco italiano ben conosciuto ai medici italiani, realizzato da una nota e benemerita fabbrica di prodotto chimici: la Simpamina, ed hanno riscontrato che questo prodotto permette al pilota di compiere lunghi viaggi ad alta quota superando facilmente la fatica dovuta ai fattori che agiscono su di lui: depressione atmosferica, freddo, impiego di energia fisica e psichica; esso permette proprio un’attivazione delle funzioni che il pilota deve compire”. L’industriale G. Ricordati nel 1942, produttore della Simpamina, ne parla in questo modo:”Dalla fine del 1940 ad oggi la diffusione di questo prodotto ha fatto passi da giganteschi e la sua conoscenza da parte dei medici e da parte del pubblico è diventata tale da farne un medicamento di moda per tutti coloro che devono lavorare col cervello; studenti e professionisti, artisti ed industriali, tanto da generare qualche preoccupazione negli ambienti della Direzione di Sanità per la forma di abuso che ha assunto la sua somministrazione poco controllata. Basti pensare che a tutte le sessioni di esame universitari dal 1941 e del 1942 quasi tutti gli studenti sono andati a presentarsi dopo aver preso la Simpamina e i giornali umoristici ne hanno più volte accennato come di una droga presa da tutti gli intellettuali”.  Tra gli intellettuali l’uso della simpamina era talmente diffuso ed accettato che Steno, sceneggiatore cinematografico, nel 1942 si esprimeva così:”Ma l’attimo in cui veramente sei Maschio, Potente e quasi Superuomo, è quello in cui, con lo sguardo al di là della meta e fisso oltre all’orizzonte del tuo Destino, ingoiai contemporaneamente dodici pastiglie di Simpamina. Vicenda delle cose umane! In quel tuo Cervello, prima rinsecchito e rintorpidito dall’uso e dal peso della Civiltà, ecco che con un po’ di Simpamina,onesta lavoratrice, tutta dedita ai suoi, si è fatta la Luce, è avvenuto il miracolo del Lavoro e tu puoi sbagliare tutta la sceneggiatura molto più agevolmente di prima”. I giornalisti, molto più lucidi degli scienziati di guerra, non fanno mancare i loro commenti ironici; dal Resto del Carlino: “Oggi il mondo pullula di scrittori, pittori, musicisti, poeti, cineasti simpaminofagi: i dischetti bianchi di Simpamina, pare abbiano uno straordinario potere che supera di gran lunga quello del genio creativo nativo o che si può considerare almeno una specie di fertilizzante del genio. È bello e triste pensare che il genio si può acquistare in pillole per poche lire , come un lassativo o un antinevralgico. Il simpaminofago…va in estasi per la pittura metafisica e per la poesia ermetica, anche se per interpretare un verso o per capire un quadro gli occorre almeno un tubetto di Simpamina...a notte egli va per le strade fatte cieche dalla guerra sognando la gloria che si ostina a non venire…a casa ingoia altre pillole e si pone sul tavolino, piene di idee rampollate per effetto della magica medicina. E lavora al suo romanzo! Pensieri filtrati uno per uno attraverso il vaglio della Simpamina…”. Anche lo sport subisce l’influenza di questa droga; i ciclisti sono i primi a scoprirne la malvagia utilità, Dino Buzzati, commentatore sportivo, scrive nel 1949:”Tutto è pronto. I muscoli hanno raggiunta l’elasticità dovuta. Le prescritte centinaia di calorie sono discese nel tubo digerente. Ciascuno ha pronte le sue piccole armi segrete che gli altri non dovranno sapere: il talismano con dentro le fotografie dei bambini, la medaglia della Madonna prediletta, il vecchio berretto unto e bisunto, le scarpette speciali col tacco fatto in un certo modo, le stesse che gli giovarono tra anni fa, per una vittoria strepitosa. Con meno fantasia uno ha infilato nel taschino della maglia il tubetto della Simpamina”. Il doping nei primi anni del dopoguerra non si sapeva cose fosse, e le più disparate sostanze eccitanti (cocaina, stricnina, caffeina, simpamina) scorrevano nel sangue di ignoranti, dal punto di vista scientifico, atleti. Ognuno aveva la formula magica della “bomba”, che riusciva a farli volare anche in paradiso. Un nostro Ministro, Cesare Merzagora, nel 1948 durante il secondo governo De Gasperi sulle pagine del Corriere della Sera informava gli italiani di avere sonni tranquilli, ma senza voler pretendere di addormentarsi dopo aver ingerito numerose pastiglie di Simapamina. Il farmaco entrò a far parte della quotidianità di molti italiani, le conseguenze di questo abuso incontrollato si fece sentire. La Simpamina venne ritirata dal commercio solo dopo il 1972. Oggi mascherato con altri nomi, con qualche cambiamento della struttura chimica, questa sostanza è ancora in vendita sia nel mercato legale (entra a far parte di cocktail di preparazioni ad azione anoressizzante) che illegale (rientra tra i componenti dell’ecstasy). Attenzione!