FARFALLA NOTTURNA
Al nuovo schiudersi delle mimose,
i sogni trasmigrano più fitti
e tra le forre di un sogno
desolato,
mi sei apparsa tu, rasserenante,
vestita solo della tua bellezza.
Ricordo, avevi palpiti di stella
e capelli lunghissimi e
disciolti.
Tensioni impercettibili di pelle
stendevano il sorriso sul tuo
volto
e gli occhi poi invincibilmente
scioglievano nel cuore i
sentimenti.
Con movenze di giovane felina,
governavi gioiosa ogni a te nota
risorsa del corpo e della mente.
Farfalla notturna, un po’
stordita,
mi volavi all’intorno e
m’illudevi
di essere la tua luce… Poi dentro
ad un nesso imponderabile del
tempo,
corto o lunghissimo che fosse,
abbiamo scritto capitoli
errabondi,
scialando largamente in emozioni
nei siti intelligibili del bello…
Diagnosi amara: interferenza
onirica.
Svanito pure il nome tuo di
stella.
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DOVE RILUCONO I DIAMANTI
Nella quiete di luoghi interiori
dove ogni indizio del bello
si dilata a risonanze profonde
io invento canzoni per Te,
vertiginoso empito di fiume
che irrompe veemente nei miei occhi
fluitando nuovissime emozioni.
Per te, radicata presenza
di ogni istante, che esalti
di sapori le mie ore.
Per TE, a volte inintelligibile segno,
votato a proposte di ori e di orpelli,
di slanci o di moti a ritroso.
E per Te, ancor più, quando schiudi
provvisori spiragli sul tuo mondo,
abisso del richiamo prepotente
dove rilucono i diamanti.
Se Tu vuoi, mia eventuale regina,
ti porto via da ogni fragore
per navigare a paesi lontani. |
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COME DA NAVE A NAVE
Come da nave a nave per mare
trasbordano alfabeti, così
all’incrocio casuale del tuo sguardo
ho colto urgenze di rivelazione.
Di seguito poi hai replicato
un flusso lento di sussurrati eventi
a dirmi del tuo correre alla vita,
le passatoie stese al suo splendore.
E tu subito interprete stordita
di storie simultanee e molti amori,
e poi nell’asfissia di troppi abbracci,
in giorni gonfi di lividi e fratture
che consegnavi a me per un tuo
sollievo…
Ma d’improvviso fonte inaridita,
null’altro più hai distillato
se non iati di tempo amari e vuoti.
Inaspettata un giorno sei risorta
nelle coordinate accese di una “mail”
per poi tornare ancora spenta e morta
(eppure troppo viva in questa morte).
Di quelle poche sei che inducono
all’arsura, come agonia sottile
di abitare dentro a palpiti comuni.
Ori vaghi larvale nei miei sogni
ed io sto attento al gioco degli eventi
se mai ti riconsegnino alla vita. |