LA STANZA  di ANTONIO STEFANILE 
  

Antonio Stefanile
   

 

FRATELLI LIBICI

  

Cari amici, fratelli, profughi della Libia del 1970, immagino che anche voi, come me, abbiate vissuto tutte le vicende della rivoluzione libica iniziata il 17 Febbraio 2011, e culminata il 20 Ottobre dello stesso anno, con l’uccisione drammatica di Muammar Gheddafi 

Muammar Gheddafi

Penso che ogni giorno, anche voi come il sottoscritto, ascoltavate un telegiornale, aspettando le notizie che giungevano dalla Libia, anche perché, continuerò a ripeterlo fino alla morte: quella per noi rappresentava e rappresenterà per sempre la nostra prima patria, dove abbiamo trascorso anni meravigliosi.

Tutti siamo stati coinvolti emotivamente dalla rivolta dei giovani libici, per riconquistare la libertà. Questo è avvenuto a caro prezzo, anche se purtroppo nel paese regna ancora parecchia anarchia e disordine, tutti sono armati, e poi, problema ancor più delicato, la presenza in Libia di gruppi armati da altri paesi arabi che creano parecchia tensione, e aggressioni nei confronti degli stessi libici.

Forse il percorso per una definitiva pace e libertà sarà lungo, ma sono convinto che questo arriverà e la Libia tornerà ad essere il paese che noi portiamo ancora nel cuore, e al cui popolo, di cui mi sento del tutto uno di loro, mi sentirei di dire:

Cari fratelli di Libia, popolo coraggioso, fiero, orgoglioso, dal profondo del mio cuore per me ognuno di voi è mio padre, mia madre, mio nonno, mia nonna, mio fratello, mia sorella, mio zio, mia zia, mio cugino, mia cugina. Cari fratelli, ascoltatemi: sono nato in Libia il 13 Ottobre 1953 e sono rimasto lì a Collina Verde (Hedbra el Kadra) fino all’agosto del 1970, quando con la famiglia abbiamo lasciato la il paese.

...fino all’agosto del 1970, quando con la famiglia abbiamo lasciato  il paese.

 

Eravamo contadini (fellahin), lavoravamo  la terra assieme ai  libici  come fratelli,  con rispetto, amicizia e in pace. Sono uno di voi, con cervello, cuore, anima, ascoltatemi, in nome di Dio vi prego: dobbiamo essere assolutamente un popolo unito, uno stato solo; uno stato solo con un popolo unito e lobbiettivo primario deve essere il bene del paese e della sua gente, che è stata e sarà sempre pacifica. Innanzitutto, alla prima preghiera di ogni mattina, chiediamo a Dio misericordioso e compassionevole di avere in pace con lui le anime dei nostri fratelli giovani e non, morti per riconquistare la libertà. Caro popolo di Libia, Dio ci ha dato la ricchezza della natura meravigliosa della nostra terra, dove nasce e cresce di tutto, con il più bel sole, luna, cielo, albe e tramonti del mondo; e il mare con 2000 km di costa, unico, pulito, cristallino, il mare del paradiso.

...Dio ci ha dato la ricchezza della natura meravigliosa della nostra terra, dove nasce e cresce di tutto, con il più bel sole, luna, cielo, albe e tramonti del mondo; e il mare con 2000 km di costa, unico, pulito, cristallino, il mare del paradiso.

 

Infine ci ha dato l’abbondanza del petrolio, lunico paese del nord Africa (Magreb) con il petrolio più puro al mondo. Con laiuto di Dio dobbiamo ricostruire una Libia bellissima, di città, di strade, autostrade, di  spiagge, lo  sviluppo  dellarcheologia  meravigliosa,  che lasciarono  i  romani  e  i precedenti conquistatori della Libia, un paese dove la gente è sempre stata ospitale e cortese, dove si respirava e si respirerà per sempre un clima di pace, di benessere.

Non dovrà essere una Libia dove un cittadino vive in un palazzo e un altro in una baracca, o dove uno mangia sempre e un altro ogni due giorni. Saremo aperti al mondo, riceveremo tutti per qualsiasi rapporto economico, sociale, religioso, purchè venga senza propositi di sfruttamento o di inganno, o per interessi personali. Lunico interesse e benessere deve essere solo per la Libia. Non si pense ad armamenti: le nostre armi saranno usate solo ed esclusivamente per difendere il paese da aggressioni esterne di ogni genere.

Accetteremo qualsiasi scambio culturale, costruiremo ulteriori scuole, campus universitari, manderemo  i  nostri  migliori  studenti  nelle  università  mondiali,  europee,  affinchè  un  giorno useranno il loro sapere per il futuro della Libia. Costruiremo più ospedali per tutti, ricchi e meno ricchi, dobbiamo ridare al popolo e al paese 40 anni di libertà, democrazia e benessere perduto. In nome di Dio, fratelli libici,deponete le armi, abbracciatevi, fidatevi di coloro che con intelligenza, umanità, saggezza, vogliono ricostruire la Libia,siete tutti fratelli sotto ununica bandiera.

Non accetteremo più nessun tipo di dittatura, portano solo violenza, dolore, vogliamo libertà di parola, dire quello che pensiamo, libertà religiosa con il massimo rispetto per ogni religione. In Libia ci sarà sempre la religione musulmana, con le sue tradizioni, e tollerante verso le altre.

Dovremo creare posti di lavoro, Dio ci ha dato una terra ricca di ogni cosa, bisogna organizzarsi, avere volontà, coraggio, un paese democratico sostiene al massimo la propria agricoltura, prima per il popolo e poi per l’esportazione: abbiamo lItalia e l’Europa davanti a noi, possiamo esportare i nostri prodotti agricoli e la nostra frutta che sono speciali, in tutta l’Europa e nel mondo, con stampato sulle confezioni: Origine Libia”.

Cercheremo  di  aprire  fabbriche  di  ogni  genere,  ospiteremo  aziende  straniere  che  vorranno investire da noi, per creare benessere e posti di lavoro per il popolo.

Creeremo un turismo e posti turistici bellissimi, unici, abbiamo il mare e il deserto più belli al mondo, chiunque verrà in Libia per qualsiasi motivo, avrà per sempre il “mal di Libia”.

Non ci arrenderemo a nessuna infiltrazione esterna di ogni nazionalità che porti nel paese terrore, paura e sangue; mi riferisco a quelle piccole frange del mondo musulmano che nulla hanno del vero Islam, ma sono solo dei pazzi fanatici, non sono uomini religiosi.

Ci salibertà nei locali pubblici di ogni tipo, bar ristoranti, palestre e negozi di ogni tipo, creeremo una nazionale di calcio e cercheremo di farci onore in Africa e nel mondo anche con tutti gli altri sport.

La gente dovrà avere spazi dove socializzare, relazionarsi, per fini costruttivi nella società della Libia.

Sa un lavoro lungo, impegnativo e difficile, non è facile uscire da 40 anni di dittatura e terrore, ma uniti e con laiuto e la protezione di Dio faremo diventare la Libia, la perla, il paradiso del Nord- Africa. Inshallah (se Dio vuole).

Un tripolino che aveva, ha, e av per sempre la Libia nel cuore: fino alla morte (Allah ua akbar Dio è grande).

 


Antonio  Stefanile 

cell. 3393671980


      
Homepage Ernandes vai su Indice Parlato