La stanza  di Giorgio Vindigni

Giorgio Vindigni

 

"ASPIRAZIONI DI UN ADOLESCENTE"

(1948-1959)

 

di Giorgio Vindigni

Edizioni HELICON

 

Quell’ inverno, oltre a procurare tristezza per l’accaduto, fu una stagione molto fredda: una temperatura insolita per quella Regione. Uno di quei giorni Ahmed, l’infermiere di turno da tutti amato, aprì le persiane e si accorse che fuori nevicava. Lo comunicò a tutti ad alta voce, perché era un avvenimento eccezionale. La neve fioccava lenta e coprì, quale manto bianco, le aiuole e le panche disseminate nei giardini.

Oltre le mura dell’ospedale, qualche nuovo avvenimento sconvolse la vita tranquilla di tutti i giorni. In Palestina si combatteva per la costituzione dello Stato d’Israele. Qualsiasi evento accadesse, di natura politica o religiosa, che contrastasse anche una sola parte dei fedeli del Corano, coinvolgeva tutti i popoli delle altre Nazioni musulmane. Pur divisi nella cultura, abitudini, ambiente, diversi per comunicazione, civiltà, storie, si trovavano uniti nella religione. Questa esercitava tutta la sua influenza nella vita politica, civile, commerciale, di relazioni con tutto il mondo. Il Corano è la legge di tutti i Musulmani, e va rispettata. A Tripoli risiedevano moltissimi cittadini di religione ebraica, sia apolidi sia di varie nazionalità.  Contro di loro si rivoltarono i libici, legati da motivi religiosi ai Palestinesi, che stavano sferrando una guerra per cacciare gli Ebrei da quelle terre dove furono condotti dal profeta Mosè, com’era descritto nell'Antico Testamento. Gli Arabi non volevano cedere neanche un metro quadrato della loro Palestina. Armati di bastoni e coltelli, davano la caccia a quei cittadini che erano di religione ebraica. Coloro che incontravano per le strade, mentre correvano verso casa per cercare rifugio, erano insultati, picchiati a sangue, lapidati. Le forze di Polizia non riuscirono ad evitare che alcuni rivoltosi penetrassero nelle case, e uccidessero anche donne incinte, che avrebbero generato un nuovo giudeo. Nei giorni normali, prima degli avvenimenti bellici, gli uni e gli altri  convivevano, commerciavano e lavoravano insieme, anche se non sedevano allo stesso desco né mangiavano lo stesso cibo. La voce del Corano prevaleva sulla psiche del popolo arabo e regolava i suoi comportamenti.

Tutti i problemi cominciarono nel 1898 quando, a Ginevra, Theodor Hertzel fondò il movimento sionistico internazionale, con il fine di riportare gli ebrei in Palestina.

...Tutti i problemi cominciarono nel 1898 quando, a Ginevra, Theodor Hertzel fondò il movimento sionistico internazionale, con il fine di riportare gli ebrei in Palestina... (clicca sul mouse e guarda il filmato in lingua inglese)

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Gli Italiani, che nel 1938 erano sbarcati nel porto di Tripoli in 20.000 con i piroscafi “Calabria”, “Toscana”, “Sicilia” e “Umbria”,

...Gli Italiani, che nel 1938 erano sbarcati nel porto di Tripoli in 20.000 con i piroscafi “Calabria”, “Toscana”, “Sicilia” e “Umbria”... (clicca sulla foto e guarda il video)

 

nel pieno della propaganda in cui Mussolini aveva promesso terre fertili e prospettive di ricchezza, e che nel 1940 avevano raggiunto il numero di 40.000, memori di quanto era accaduto a molti di loro solo cinque anni prima, evitarono di uscire da casa. Gli Inglesi nulla fecero nel 1943 per proteggerli dall’odio che spingeva molti Libici nei loro confronti, per quanto avevano già subito durante la guerra di occupazione. Migliaia di Italiani, di cui il 30% circa Siciliani, che si erano recati in Libia portando lavoro, costruendo villaggi, aziende agricole, piccole imprese commerciali, immobiliari per la costruzione e ampliamento di città con i loro servizi, furono costretti a lasciare le loro attività, i terreni che erano stati loro affidati e resi fertili. Proprio loro, pionieri di un benessere, che nulla avevano da spartire con il vecchio regime dittatoriale colonialista, si trovarono ad emigrare nei luoghi d’origine, lasciando quanto avevano creato e le speranze che avevano dato loro il coraggio di affrontare una terra fin’allora sconosciuta. Dovettero pagare colpe che non erano loro.

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I contatti con il Cappellano militare, Mons. Nani,  gli fecero ricordare un impegno che aveva preso con un suo compagno di collegio, di nome Scopelliti, che proveniva dalla Calabria. Non aveva avuto più notizie di un suo fratello deceduto in Libia, durante l’ultimo conflitto. Giorgio provava rammarico per non essersene occupato prima; gli eventi in cui si era imbattuto, lo avevano distratto da altri di cui si era fatto carico. Le salme di 20.000 militari italiani deceduti in varie zone nel deserto,  erano state ricomposte, ad opera di Mons. Nani,  in un sacrario militare monumentale, nel Cimitero Cristiano di Hammangi a Tripoli, che già raccoglieva 8.500 tombe di Italiani.

...in un sacrario militare monumentale, nel Cimitero Cristiano di Hammangi a Tripoli, che già raccoglieva 8.500 tombe di Italiani...

 

Era una costruzione imponente, dove immense pareti contenevano tante piccole nicchie. Erano stati raccolti i resti di migliaia di vittime. Tutti giovani combattenti in pieno deserto, travolti dalle superiorità britanniche in mezzi e uomini in un rapporto di uno a tre. El-Alamein fu il luogo della disfatta finale.

...El-Alamein fu il luogo della disfatta finale... (clicca sulla foto e vedi il filmato)

 

Più i suoi occhi scrutavano fra quelle lastre bianche con i nomi scolpiti in nero, con le date di nascita e morte, e più egli sentiva salire l’adrenalina, provando emozione e rabbia nel pensare come tanti giovani della sua età, partiti con più o meno entusiasmo, per conquistare un Impero, secondo i programmi del Duce, erano deceduti lasciando le proprie famiglie nel dolore e disperazione. In alto, quinta fila, trovò finalmente il nome che cercava. Lo colpì l’età, diciannove anni. Gli venne alla mente il fratello, suo compagno di studi, e lo raffigurò alle stesse somiglianze. Un giovane alto, snello, con i capelli neri e corti. Che tristezza! Non è del tutto vero il detto latino “unusquisque artifex est fortunae suae”, non poteva essere possibile che tutti quei giovani avessero scelto di morire per una causa alla quale non si sentivano votati; non erano stati loro, quindi, gli artefici del loro crudele destino.

 

P.S. -  Per il resto, vanno letti i due romanzi di narrativa storica.

 

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Vedere Internet: In Mondadori – La Feltrinelli – apporre in alto il nome dell’Autore GIORGIO VINDIGNI appariranno il libro ASPIRAZIONI DI UN ADOLESCENTE che si può ordinare. Oppure Edizioni HELICON – Anche  l’A.I.R.L. – oppure  vindigni.g@alice.it - cell. 3387965769

"UN LIBRO MERAVIGLIOSO UNICO NEL SUO GENERE"





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