BANTALONI
Era
giunto anche quell’anno per noi in Africa
Babbo Natale, il che oramai ci faceva
reputare fossimo particolarmente fortunati. Infatti,
nonostante tutte le rassicurazioni ci
venissero fatte
nutrivamo particolari dubbi che
questo vecchio signore della neve con una
turbo slitta trainata da strani animali
quasi fossero un incrocio tra Antilopi,
Uaddan (1)
e Gazzelle, potesse sconfinare
dagl’imbiancati paesi del Nord, attraversare
il bahr (2) , dirigersi sul mare Sahara e beccare, senza l’ausilio
dell’obbligatorio richiesto camino, non so
quale sfiatatoio, calarvisi dentro e
consegnarci il ben di Dio che aveva
preparato per noi.
Ricordo molto
bene che trovammo sotto lo
sciaaru (3)
di natale due fagotti praticamente quasi
uguali con all’interno due tricicli a pedali
di quelli speciali, tutti rossi con ruote
bianche, campanello cromato, manopole gialle
con ciuffo filiforme terminante con sonagli
pendenti, borsetta porta attrezzi sul retro,
uno per me e l’altro per l’Alberto.
Salitici
sopra capimmo al volo come si dovevano
utilizzare; mani al volante e piedi su quei
due piattelli con a lato delle strisce
giallo-arancioni luccicanti.
Che emozione,
era come se si scivolasse con un leggero
brusio, brrsss, brss, poi il campanello che
forza!!!!
Drinn drinng, driing dringg, brsss,
brrss, drrinng, dringg e così via
attraversando l’uno dietro l’altro tutte le
stanze tra la gioia ed il compiacimento di
mamma e papà .
La trottola,
la palla, l’aquilone e la scatola dei
soldatini di piombo non riusciva a
richiamare la nostra stessa attenzione come
l’avevano attirata quei due velocipedi.
Per tutto il
giorno eravamo felici trasportandoci con
quel mezzo dalla sala da pranzo al cesso .
Giunti alla
sera parcheggiavamo, nella nostra camera da
letto, sul
firasc (4) di pelle di
hurusc (5), poi salendo con un piede sul
sellino eravamo giusto giusto all’altezza
del nostro lettino, infine con uno slancio
atterravamo su quel piano morbido morbido,
ci infilavamo sotto le coperte e ...
continuavamo a sognare di pedalare,
pedalare, pedalare all’infinito.
Dopo un paio
di giorni decisi con mio fratello di
visitare il resto del
ghalamu (6) con il nostro automezzo scendemmo le scale della nostra
terrazza e ci trovammo lungo il viale che
conduceva alla Via Pietro Ratti.
Percorremmo
il lungo accesso per lungo e per traverso,
avanti ed indietro, a zig e zag, ad angoli
acuti ed ottusi, con tutte le varianti
possibili compreso pure la marcia indietro.
In poco tempo
debordammo sul prato, ci inoltrammo infine
nella zona dei papiri, in seguito verso il
retro, ed in meno di un’usnaghu
(7) avevamo percorso tutto il percorribile.
Urgeva quindi
escogitare qualcosa per scoprire tutto
l’altro intorno che ci attendeva oltre il
cancellone di casa.
Chiedemmo con
esito negativo, a mia madre, ora che eravamo
grandi, essendo stati motorizzati, se
potevamo uscire fuori del cancello ed in
sete di giustizia in seguito anche a mio
padre, ma la risposta fu sempre un “NO”
tonante.
Dovevamo far
qualcosa, non era possibile, ora che la
tecnica ce lo permetteva, rimanere a
vegetare nel comparto di casa.
L’aria
festosa sfumò e ben presto ci trovavamo
seduti, accanto a dei vasi di
azhar (8), sulla copertina in marmo del pilastro, uno da una parte e
l’altro dall’altro lato del cancello a
meditare sul da farsi favoriti dal
riscaldamento che il sole produceva sul
nostro cervello, quando d’un tratto in fondo
alla strada apparve controluce una sagoma
che procedeva in avanti.
In breve
diventava più nitida ed iniziavo a
delinearne i contorni.
Era un
Ualad
(9)
, con maglietta rossa ed era senz’altro
un grande!!
Certo lo
conoscevamo...
era un nostro amico che ogni tanto
passava..... era
Bandaloni
(10) , nome acquisito dall’uso di
quell’indumento che indossava chi oramai era
divenuto grande.
S’avvicinò e
ci salutò alzando la testa.
Noi dall’alto facemmo altrettanto e
quando ci chiese perchè fossimo tristi
risposi che avevo intenzione di uscire al di
la del cancello con il mio nuovo automezzo.
Su sua
richiesta glielo feci vedere, mi disse che
era molto bello, ma che per ottenere
giustizia – lui che le cose le sapeva,
perchè era grande ( ciò lo dimostrava
sufficientemente sia il suo nome che il suo
indumento)
bisognava agire di furbizia.
Infatti, a
ben pensarci una soluzione c’era, bisognava
solo che lui stesso con le conoscenze che
aveva, potesse interessare Kalil un altro
suo amico che possedeva un campo speciale.
In breve salì
anche lui sul cancello
a
bassa voce per non farsi sentire da
orecchie importune ci disse : “Io
avere fatto già questo con palla, e cerchio
di legno...Se tu mi dare trigiglo, io borta
con Kalil in un
hachil (11)
di sera,
boi mettere in buga e dare sobra
moija
(12)
, guando passa un boco di
iaumij (13)
io andare a vedere fino guando
sbundari fori bianda. Bianda grescere in
fretta berghè sobra mettere biscia di
gammello e così avere bresto bianda con
tanti trigiglo e quando uscire tu avere
tanti trigliglo ber andari a passeggio”.
Non ero molto
tranquillo e mi pareva che qualcosa non
andava in tutto quel ragionamento, ma
l’Alberto mi disse che ero scemo, perchè un
affare così era una cosa da non lasciarsi
scappare.
In breve consegnammo sia io che mio
fratello ciò che volevamo duplicare nelle
mani del nostro amico e li vedemmo
lentamente sparire al di là della
tarik
(14).
Aspettammo parecchio favorevoli
notizie di
Bandaloni appollaiati inutilmente sia di
mattina che di pomeriggio e più precisamente
sino a quando mio padre ci chiese di fargli
vedere come eravamo diventati bravi ad
andare in triciclo. A quel punto saltò fuori
la questione, l’avevamo dati ad un amico
affinché ce ne facesse tanti. Beccai un
sacco di botte e non capii mai se anche lui
, mio padre, al mio e nostro posto non
avesse accettato una così grande occasione.
VOCABOLI BANTALONI
1
|
Uaddan
|
caprone selvatico a corna lunghe e
grossa barba
|
2
|
bahr
|
mare
|
3
|
sciaaru
|
l’albero
|
4
|
firasc
|
tappeto scendiletto
|
5
|
hurusc
|
agnello
|
6
|
ghalamu
|
mondo
|
7
|
usnaghu
|
settimana
|
8
|
azhar
|
fiori
|
9
|
Ualad
|
Ragazzo
|
10
|
Bantaloni
|
Soprannome dato ad un ragazzo che
portava i pantaloni
|
11
|
Hachil
|
Campo
|
12
|
Moija
|
Acqua
|
13
|
iaumij
|
giorni
|
14
|
Tarik
|
Stra da
|
|
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|
Arte rupestre |
Mappa di Tripoli |
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