AL MIO GRANDE AMICO  GIANNI DE NARDO 
Smile, Domenico, smile!

Gianni ritratto al matrimonio di sua figlia Isabel

Lunedì 10 marzo alle 7 del mattino si è spento il mio caro amico di sempre Gianni De Nardo, nella sua casa a Firenze. Gianni era nato a Napoli il 12 Aprile 1930 e nel 1948 con tutta la sua famiglia.si era trasferito a Tripoli. Nel 1950 ha iniziato a lavorare al Wheelus Field, la base militare americana ubicata alla Mellaha,  alle dipendenze della Crow-Steers-Shepherd, una società americana incaricata dei lavori di ampliamento dell’area aeroportuale. Non era raro sentire Gianni apprezzare la mentalità moderna ed il modo di gestire il personale  dei suoi superiori americani. Questi lo trattavano con riguardo, soprattutto per la sua viva intelligenza e la sua spontaneità tutta napoletana. Da loro aveva imparato a comprendere e a  parlare speditamente la lingua inglese, anche se con un leggera  inflessione tipicamente americana. In questa stessa società ci lavorava anche un un mio cugino paterno, 
Domenico Ferrante, poi emigrato in America nel 1956, a cui Gianni fu legato per sempre da una profonda amicizia.

Domenico Ferrante

 Conobbi Gianni De Nardo nel 1968. Nell'aprile di quell’anno, dopo aver lavorato come cronsta sportivo per alcuni mesi a Il Giornale di Tripoli, un quotidiano locale  in lingua italiana, fui assunto dall'Alitalia di Sciara Haiti. Da subito ebbi la piacevole sensazione di essere entrato in un grande famiglia

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...Da subito ebbi la piacevole sensazione di essere entrato in un grande famiglia ...

All'inizio mi misero a lavorare nell'ufficio biglietteria, posto al piano terreno dell'edificio, insieme a Mario Salemi (mio vicino di casa in Via Camperio, vicino al Lido), Umberto Vaccarini, allora responsabile di quell’ufficio, Angelo Furgeri, bravo giocatore di poker e valente sub ed il biondo e longilineo Felice Fortuna, già  apprezzato conoscitore di musica americana e paroliere di alcune nostalgiche canzoni su Tripoli.

 
Da sinistra Mario Salemi, Umberto Vaccarini, Angelo Furgeri e Felice Fortuna

Dopo qualche mese fui trasferito all’ufficio marketing, in qualità di produttore junior ed il caso volle che fossi affiancato proprio a Gianni De Nardo, produttore senior. In quel tempo Gianni aveva già lasciato il suo lavoro alla Mellaha da una decina d’anni e, nel frattempo, era stato assunto all’Alitalia, soprattutto  per la sua ottima conoscenza dell’inglese. Col tempo Gianni, che sulla piazza era considerato un professionista di spessore, aveva affinato notevolmente la sua competenza nelle tecniche di vendita.


Gianni  quarantenne


In quel periodo non mi ero ancora ripreso dal trauma della morte di mio padre, avvenuta qualche mese prima, tanto che ero stato preso da una leggera forma di depressione. Gianni, vedendomi afflitto ed intuendo il mio stato d'animo mi continuava a ripetere, col suo affabile sorriso: "Smile, Domenico, smile", e poi, appoggiando lievemente la mano sulla mia spalla, aggiungeva bonario: "Caro Domenico, mi rendo conto che hai passato un brutto momento e me ne dispiace, ma te lo dico senza offesa, se vuoi affermarti come salesman, se vuoi fare carriera in questo settore, devi sorridere. Scusa se te lo dico così brutalmente, ma è come se lo dicessi a mio  fratello,  alla gente non gliene frega un bel niente dei tuoi problemi, te ne vuoi rendere conto?". "Certo che me ne rendevo conto, caro Gianni, anch'io sapevo di portarmi dietro un viso segnato da una profonda tristezza, specialmente nei primi tempi, quando ti accompagnavo negli edifici delle compagnie petrolifere a visitare i tuoi clienti americani. Ricordo bene che loro ti preferivano ai produttori delle altre compagnie aeree , non solo per la tua professionalità ma anche per il tuo sorriso. Però, caro Gianni, sappi che io non ci potevo fare niente, perchè in quel momento mi sentivo tanto triste dentro e non mi riusciva di recitare la parte del venditore sorridente". Poi, lentamente, anche le ferite più profonde si rimarginano, e così, seguendo i suoi consigli e la sua maniera di approcciare la vita ed il lavoro, cominciai a svolgere la mia mansione di produttore con lo spirito giusto ed a realizzare quegli obiettivi di vendita che sia lui e che la Direzione mi chiedevano di raggiungere. Nel marzo del 1969, una telefonata pervenuta da Roberto Longo (suo grande amico e nostro compianto redattore de l’oasi e) cambiò il corso della sua esistenza e della mia. “Ciao Gianni, ti do un’informazione di prima mano, domani arriva a Tripoli un un gruppo di sei infermiere di origini angosassoni,  provenienti da Londra con un volo Alitalia e che andranno a lavorare quanto prima  alla Clinica Ender, di cui io al momento tengo la contabilità. Fai un po' te…” aggiunse ironico.

Roberto Longo, ex redattore del nostro notiziario  l'oasi


In quei casi il passaparola era d’obbligo.  Gianni lo disse a me, che, a mia volta, lo dissi al mio amico Luciano Frugoni, che conoscevo dai tempi della scuola, quando giocavamo insieme nella formazione titolare della squadra di calcio delle Scuole Italiane di Tripoli.


Luciano Frugoni

Qualche giorno dopo il loro arrivo, tre di quelle  infermiere anglosassoni, approcciate da Gianni al loro arrivo all’aeroporto, furono subito  invitate da noi per gita culturale alle rovine romane di Sabratha. Fu un giorno fortunato. Le tre figlie di Albione, Charmian, Joanne e Carole s’innamorarono perdutamente dei tre discendenti latini dell’imperatore libico-romano Settimio Severo : Gianni,
Luciano. e Domenico. 

Sabratha     Settimio Severo 

A Charmian piacque Gianni, Carole fu colpita da Luciano , mentre Joanne si legò felicemente a me. Coppie, queste, mai scoppiate, perché anche a distanza di oltre quaranta anni sono rimaste sempre fedelmente unite.

  Luciano e Carole , sposi nella chiesetta di Giorginpopoli

Qualche settimana prima del 9 luglio 1970, giorno in cui  Gheddafi teneva a Misurata un discorso, dai fortissimi toni anti-italiani, che presagiva la probabile confisca di tutti i nostri beni. Purtroppo anche Luciano e Carole, come quasi tutti gli altri italiani, furono costretti ad abbandonare, sia la loro attività lavorativa che la loro casa con mobili ed arredamento, ed imbarcarsi, in fretta e furia, per l'Italia, portando con sè soltanto pochi indumenti.
 
Gheddafi nel 1970

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n anno dopo, nell’agosto del 1971, Joanne ed io ci sposammo a Londra, a Finsbury Town Hall, con  rito civile.

Londra Agosto 1971 - Il nostro matrimonio

Gianni e Charmian si sposarono nel mese di ottobre dello stesso anno nella chiesetta di campagna di Chipping Campden, nel Gloucestershire, in Inghilterra.
   

La chiesetta di Chipping Campden Gianni e Charmian sposi

Purtroppo né io ne Joanne  potemmo assistere al matrimonio di Gianni e Charmian. In seguito Gianni amava raccontare, con un lieve sorriso ironico sulle labbra, un curioso episodio che gli era successo prima della cerimonia. I preparativi floreali, per l’addobbo della chiesa, erano stati affidati ai parenti della sposa che, con somma cura, avevano agghindata la chiesetta di fiori, ma in special modo di crisantemi. In tutto il mondo questi bellissimi fiori sono considerati portatori di bene, gioia e prosperità. In Italia, invece, vengono associati al lutto e ai contesti tristi, probabilmente per il fatto che la festa dei morti avviene in concomitanza con la fioritura dei crisantemi. Gianni, da napoletano verace e nu poco poco superstizioso, rimasto sconcertato alla vista di tanti crisantemi, cominciò a ripetere mentalmente:”Aglie e fravaglie; fatture ch' a non quaglie; cap' 'e alice e cape d' aglie; cuorna e bicuorna: tiè! tiè! tiè!!” E per completare lo scongiuro forse avrebbe dovuto avere con sé un po’ di sale da gettare con forza dietro le spalle!
Il loro matrimonio, a dispetto dei crisantemi è proseguito meravigliosamente per oltre quaranta anni. Hanno avuto due bellissime figlie Lara e Isabel, ora entrambe felicemente sposate, due nipotine, Giulia e Sofia, ed un nipotino Edoardo. 


Lara  Isabel
                                                                                     

Grazie al fatto che anche Charmian e Joanne fossero amiche  e che vivevamo tutti a Firenze, molto spesso , nei week end, organizzavamo delle escursioni in macchina per qualche visita culturaleverso alcune delle tante città medievali che la Toscana è capace di offrire. A volte si univano a noi anche Carole e Luciano, che arrivavano dalla lontana Sicilia,e allora era festa grande!

 
 
Da sinistra Charmian, Gianni, io, Joanne, Luciano e Carole 


Tra me e Gianni c'era una differenza di età di circa 18 anni, ed anche per questo motivo l’ho sempre considerato come un fratello maggiore. Mi sono sempre trovato d’accordo con lui, ragionavamo sulla stessa lunghezza d’onda., specialmente  quando discutevamo degli avvenimenti della politica italiana. Sin dal sua giovanile esperienza con il mondo del lavoro americano alla Mellaha era stato cultore del modus vivendi del popolo americanoNegli ultimi anni alcuni problemi fisici legati a piccoli ma frequenti ictus cerebrali gli avevano minato la salute, senza però fargli perdere la sua lucidità mentale. La morte improvvisa del fratello Enzo, avvenuta in un incidente stradale lo aveva abbattuto e da ultimo aveva vissuto la perdita della sorella minore Fortuna, a cui era molto legato, in modo estremamente doloroso. 

Il fratello Enzo e e la sorella Fortuna 

Quando di tanto in tanto Luciano, salendo dalla sua Sicilia veniva su in Toscana  a trovarci.Andare a visitare Gianni a Firenze, e stare insieme, era diventato un must. Luciano ha sempre avuto un carattere estroverso, con la sua grande verve e con la sua mimica era capace di farlo ridere e, almeno per qualche ora, tenergli su il morale.
 
 
Gianni e Luciano scherzano
Clicca sull'immagine per vedere il video

Tra tutti i suoi vecchi amici, Gianni amava ricordare in particolar modo il suo amico di sempre, Pippo Fichera, scomparso anche lui recentemente.
 
 
Pippo Fichera 

Nel mio database conservo un altro video ricordo di Gianni ripreso sempre durante una di queste nostre visite, in cui Gianni ci racconta un aneddoto dalla frase indelebile " ..Ma come poteva essere?....".

Video: "Ma come poteva essere? "- Clicca sull'immagine per vedere il video

Devo a Gianni se, negli ultimi anni, dopo essere andato in pensione, mi sono messo a  scrivere alcuni articoli, che sono stati poi pubblicati sul notiziario dell’associazione Exlali di Fratel Amedeo,
l’Oasi, nel periodo in cui Roberto Longo ne era il responsabile di redazione insieme al Presidente Giancarlo Consolandi. Dopo che, nell’estate del 2005, avevo trascorso una vacanza in Scozia, raggiungendo le isole Ebridi in barca a vela, era andato a Firenze a trovare Gianni e gli avevo raccontato con entusiasmo della mia esperienza velica nei freddi mari del nord. “Su riferimenti del mio passato di residente in Libia e di exlali. L’articolo fu pubblicato col notiziario del Dicembre 2005 col titolo “La Scozia vista da un exlali”. Dopo la pubblicazione ricordo di aver ricevuto varie telefonate e complimenti per questo articolo, che mi diedero fiducia nel continuare a scriverne altri.


Gianni verso l'Isola d'Elba al timone del Dongiovanni
 
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