La stanza di Giuseppe Segalla

Giuseppe Segalla

"Gli assenti... rispondano "Presente!"

di   Giuseppe Segalla

         E’ da tanto che nei labirinti cerebrali del Presidente (e miei, lo confesso) girano impulsi bislacchi, proustiani o kafkiani, chi lo sa. Esattamente come quelli che spingono i buoni parroci, di solito un po’ datati, a scagliarsi nelle omelie contro i non presenti. O come nel caso del capocomitiva di una gita che si appella… agli assenti perché il pullman possa riprendere la strada dopo una sosta.

         Questi impulsi sono dettati da un desiderio sacrosanto: quello di lanciare messaggi ai più giovani tra gli Ex-Lali e attendere da loro risposte.

Si tratta di persone che non hanno avuto il tempo materiale di creare vincoli forti con l’Associazione e con l’ambiente tripolino o bengasino in quanto la loro esperienza di vita laggiù è stata breve e, in più, si è limitata agli anni della spensieratezza. Parliamo, a spanne, di persone dai 40 ai 50 anni, comprese dunque tra quanti andavano a iniziare le Elementari e coloro che concludevano le Medie a ridosso del fatidico 1970.

         Molti messaggi non troveranno il recapito giusto. Molti cadranno nel vuoto. Ma l’esperienza felice dei pochi già “recuperati” ci sollecita a rilanciare l’esca con ostinazione. Il ritrovarsi ha sprigionato ricordi a grappoli, ha fatto lievitare la curiosità nei confronti degli altri compagni di classe, ha dato adito al gioco delle supposizioni: dove vive e cosa fa Tizio? Come si sarà trasformato Caio? Cosa avrà riservato la vita a Sempronio? Si tratta evidentemente di una curiosità affettuosa, del tutto aliena dalla vuotaggine del gossip dominante.

         Da questi primi incontri si può forse anche ricavare il percorso più efficace per muoversi nelle ricerche. L’Oasi ha fatto la sua parte e lo potrà ancora fare pubblicando gli elenchi delle classi, corredati nei limiti del possibile di indirizzi e telefoni. Ma più efficaci ancora sono stati e possono essere i passaparola tra quanti sono ancora in relazione tra loro.

         E’ capitato nella realtà e potrebbe dunque continuare a succedere ipoteticamente come nel gioco che tento di illustrarvi, mettendo in campo i miei alunni degli anni dal 1963 al 1968. I riferimenti sono dunque del tutto… voluti e veritieri, con buona pace di Rodotà e della sua “privacy”.

Metti allora che Nicola Vischi (già vivo in associazione come il più giovane Consigliere), dal suo alto seggio alle Poste di Mestre, sia riuscito a recuperare Manno Rodolfo (abita da quelle parti) e, grazie alla potenza delle Poste, i suoi compagni di classe Claudio Bambara (Catania?), Fabio Bassani (Firenze?), Angelo ed Enrico Caruso, Marco Casadio, Andrea Cerri (costiera adriatica?), Roberto Costa e Alessandro Cugola, Claudio Dall’Agnola, Franco Gallo, Renato Di Betta e suo fratello Giancarlo…

I grandi calciatori Massimo Morgantini e Francesco Panzica, colti da ebbrezza post-mondiale, potrebbero tentare di ricostituire una squadretta con Giorgio Guastella (Ostia?), Luciano Gualtieri, Vito Mercurio, Giuseppe Rallo, Natale Zangari. Se poi sollevando un nome succede come con le ciliegie, prendiamo Bruno Ingravalle (il cugino bassanese è già nelle reti dell’Associazione) che si trascina dietro Renato Lazzarini, Fabio Pugliese, Lorenzo Rondinone, Claudio Salerno, Alessandro Tremamunno, Yousvy Hisham… Maurizio Consolandi e Manlio Marangelli non si fanno vedere, ma risultano facilmente reperibili… Dal cielo sarà sicuramente presente Valerio Jurato.

La squadra, quella dei nati nel 1957, è completata. Ci si dà l’appuntamento a qualche raduno per la goduria immensa del ritrovarsi, rischiando anche di incontrare il maestro vecchio e bacucco dei tempi belli: quello delle “buone note”, del pallone facile, dei disegni vivaci (cartine delle regioni)!...

         Si potrebbe tentare lo stesso approccio con l’altra squadra, quella dei nati nel 1953. E dunque: metti che Armando Inserra abbia contattato l’amico Francesco Lacavalla per chiedergli se sapesse qualcosa di Giovanni Amenta e del fratello Claudio in quanto aveva voglia di dire loro che lui aveva già incontrato il maestro (quello di Tripoli oltre a quello del Vangelo!), ma anche gli antichi compagni Ermanno Corso e Antonio Cordani…

Si potrebbe anche giocare la carta TV, spedendo ad Antonella Clerici (“Il treno dei desideri”) la lista della classe perché coi suoi potenti mezzi ci riunisca tutti. Ai già nominati dobbiamo allora aggiungere: Girolamo Alario, Luigi Alessandro, Tullio Amaducci, Gaetano Arena, Flavio Boccia (Genova?), Ettore Celi, Roberto Cicero, Enrico Cinelli, Luigi Cottone (Napoli?), il mitico Roberto Daqqaq, Vincenzo De Falco e il fratello Antonio (Pomigliano?), Leonardo Di Mitri, Corrado Di Pasquale, John Drago, Carmelo Ellul (Malta? Australia?), Antonio Errico, Vincenzo Gioacchino, Alessandro Haggivasilis, Waiss Hassan, Edoardo Meilak (Malta?), Andrea Poma, Francesco Rizzi, Paolo Rosabianca, Armando Sala, Roberto Sammartano, Roberto Samoggia (Sardegna?), Mario Vella (Malta?)… Anche qui abbiamo una presenza dal cielo, quella di Giancarlo Gozzo.

Nel mio elenco, riferito solo alla V Elementare, mancano quanti hanno cambiato scuola o sono rientrati in Italia. Mi vengono in mente al riguardo, ma non ricordo se fossero del ’53 o del ’57, i fratelli De Bernardo (Francesco e Livio), Johnny Kerwat, Porcari Li Destri (figlio del Console), Privitera…

         Abbiamo fatto progetti di stampo evidentemente idealistico. Sarebbe già molto se scattassero incontri a livello locale, provinciale o regionale, seguendo una meritoria catena di Sant’Antonio telefonica. Con l’avvertenza di darne poi notizia, ed eventualmente documentazione fotografica, all’Oasi perché questo faciliterebbe eventuali passaggi successivi.

         “Il dado è tratto!” e, se qualcuno si attiverà, se Dio vorrà, l’Associazione avrà la gioia di sentirsi un po’ ringiovanita da nuove presenze e daremo una bella quanto meritata consolazione al Presidente Giancarlo Consolandi e all’antico maestro Fr. Eligio (Giuseppe Segalla).

         E’ verosimile che qualcuno abbia deciso, con ragioni ben soppesate o per scelta impulsiva, di tranciare del tutto i vincoli e i ricordi con la terra d’Africa e le persone conosciute laggiù, risoluto a costruirsi una nuova vita, una diversa identità. E’ anche verosimile, purtroppo, che qualcuno abbia attraversato esperienze talmente negative da autoisolarsi per evitare confronti… Come è sempre stato uso dai Fratelli, non siamo abituati a fare distinzioni di censo, di cultura, di religione, di appartenenze politiche… e il ritrovarsi sarà solo nel segno prezioso dell’amicizia e dei ricordi comuni.