La stanza di Giuseppe Segalla

Giuseppe Segalla

Marco Mezzasalma

di   Giuseppe Segalla

Tripoli, anni Sessanta.  L’Istituto “La Salle” accoglie tra i suoi numerosi alunni tale Marco Mezzasalma. Lo accompagna, dalla classe prima alla quinta, Fratel Arturo Carelli e dagli archivi “Ex-Lali” risultano, a suo merito, medaglie d’oro in Religione e in Profitto.

Marco ha dormito per tanti anni nel buio degli archivi (come troppi Ex-Lali del resto), ma il suo riapparire è risultato drammatico. Non solo per i Fratelli e l’Associazione “Ex-Lali”, ma per il popolo italiano. Gli si contesta una posizione preminente nella dirigenza delle nuove Brigate Rosse e la professione di idee che contemplano anche l’eliminazione fisica dei propri avversari. Gli si contestano reati e delitti ben circostanziati.

Cosa dire, ammesso che tutto ciò risponda a verità? Che ci siamo allevati in seno una serpe? Ogni vita è un evento imprevedibile e misterioso. Chi di noi non ha esperienza di famiglie ottime all’interno delle quali è inopinatamente esploso il cancro di figli dediti a una vita fuori dalle regole, alla droga, all’estremismo ?!...

Sapendo un po’ di Vangelo, ci soccorre l’avvertimento di Cristo a considerare inevitabile, in mezzo alla buona semente, anche la presenza delle erbacce. Alla fine, solo alla fine, si faranno i conti e si taglierà di netto (non noi, ma Lui) tra il bene ed il male. Come “Ex-Lali” possiamo pregare perché la buona semente che certo è stata seminata anche in Marco, non abbia del tutto perso le sue capacità germinative e, nel buio e nel silenzio del carcere, trovi modo di trasformarsi in pensieri e in gesti da medaglia d’oro.

Giuseppe Segalla