Treno o aereo? I 54 €, andata e
ritorno, della Treviso-Ciampino
con Ryanair o i 108 € della
Vicenza-Termini con l’Eurostar
di Trenitalia? E’ andata per
Trenitalia che, credo per
cortesia, mi ha soppresso il
treno prenotato per il ritorno…
Quisquiglie rispetto ai guadagni
che ho fatto nella due giorni
con gli Ex-Lali.
Mi erano compagni
Cesare Guerini, mio sostituto a
Tripoli dal 1968 al ’70, e suo
figlio Nicola, giovane ingegnere
già bene inserito nel mondo del
lavoro. Nel primo pomeriggio di
sabato 14 giugno, ci siamo
dedicati a rivedere o a scoprire
le bellezze di Roma. Per me
l’incontro, puntigliosamente
cercato, con “La chiamata di
Matteo” del Caravaggio in San
Luigi dei Francesi.
Questo come antipasto
al “Cuscus” della sera, golosa
calamita predisposta dagli
organizzatori al Colle La Salle
per acchiappare già un bel
numero di ex-Lali, quelli in
particolare che avevano la
domenica impegnata.
Dal civico 757 di via Portuense,
dove avevamo trovato alloggio,
abbiamo raggiunto Colle La Salle
non senza qualche fatica che si
è dissolta all’incontro con i
magnifici “evergreen”, che
rispondono ai nomi di Giancarlo
Trovato, Felice Spagnolo e
Antonio Capodieci… Mi pare di
dover riconoscere in loro e nei
loro collaboratori il motore e
l’anima del successo dei nostri
incontri. Se non ci fossero
bisognerebbe inventarli e
intanto ringraziare il
Padreterno per averceli dati.
Tutto facile fin qui.
Poi è cominciato il gioco a
volte problematico di
identificare gli amici nascosti
dietro alle pancette esuberanti,
ai capelli ingrigiti o
“desaparecidi” o chiamati come
nel mio caso a bizzarre
evoluzioni per garantirsi un
minimo di presenzialità.
Qui devo precisare che
il compito affidatomi per questo
numero de “l’Oasi” era molto
specifico: registrare gli
incontri con gli ex
dell’Associazione “La Salle” dei
miei tempi (1962-68),
sottolineando in particolare
quelli che si sono concretizzati
dopo un’attesa durata in qualche
caso 40 anni. Devo dirlo per non
incorrere nelle ire dei
fedelissimi Marcello Trovato,
Mario Hanan, i fratelli
Loffredo, Roberto Marletta,
Mario Calandra (che c’è sempre,
dappertutto e, come i santi,
anche… contemporaneamente!)…
Nessuno si senta dimenticato,
insomma.
Dopo tanti anni, la chiave di
lettura delle identità è rimasta
spesso quella dello sguardo,
elemento persistente e
caratterizzante.
Dietro allo sguardo ho ritrovato
Elvio Cinelli da Ostia, volto
che sprizza simpatia e,
notoriamente, un gatto di
portiere che, guarda caso, di
gatti, cani, pesci e relativi
acquari…ha fatto la sua
professione, persino in
apparizioni televisive sul 1°
Canale.
In immediata successione di
tempo ho ritrovato Gianni
Martelli, Presidente e, con
Piero Greco, colonna portante
del “La Salle” del mio tempo.
L’Associazione si è largamente
giovata della sua saggezza e del
suo equilibrio per lunghi anni.
Tra gli incontri del sabato, uno
dei più emozionanti è stato
quello con Giglio Gennaro. Ci
eravamo sentiti telefonicamente,
sottolineando entrambi che l’ora
del rivederci non dovesse
suonare dopo altri…40 anni. E
Gennaro si è fatto vivo
nientemeno che da Licata, in
Sicilia. Gli sono passati sopra
anni e lutti, ma è rimasto il
ragazzo di tanti anni fa:
cordiale, caciarone, dalla
simpatia contagiosa.
Ogni storia è davvero un
assoluto inimitabile che si
tinge di colori esclusivi.
Il fuori programma del
sabato è stato vissuto con i
telefonini. Renato Merenda,
compagno di classe e di età di
Giancarlo Trovato, si è fatto
cortesia vivente per mettermi in
contatto con il mio ex-alunno
Giuseppe Rallo, docente di
Medicina in una delle università
di Roma. Ho potuto rassicurarlo
(e ci teneva) che in classe era
sì un po’ vivace, ma nella
giusta misura, quella che indica
salute fisica e mentale.
Non riuscito, per questa volta,
il contatto con un altro
ex-alunno, Francesco Panzica che
mi aveva cercato nel primo
pomeriggio.
Abbiamo poi raggiunto Biagio
Cinelli, il portiere massimo,
che abbandonati i quartieri alti
di Londra dove galleggiava sul
greggio (che dopo la sua
partenza da Londra è di fatto
impazzito…) ha dovuto adattarsi
a un casale sulle colline
toscane… Anche per il figlio
Alessandro, laureato in
ingegneria aerodinamica, la vita
è stata dura: da anni ormai deve
rassegnarsi a lavorare a
Maranello, alla Ferrari…
(Sopporta, cara Silvana: le
punture degli amici sono fiale
zeppe di affetto).
Giorgio Guastella, al
telefonino, si scusava per
l’assenza. Troppi impegni, tra i
quali – mi diceva – quello di
giocare con De Rossi (o forse
con suo padre?). E poi abita
così lontano… a Ostia
nientemeno!
(Ostia mi ricorda un’altra
persona che avrei rivisto
volentieri: Emanuele Agosta, dei
Wanderers, amico di Mirko Oliva
e recente collaboratore de
“l’Oasi” col suo “Il deserto
libico… nei ricordi del mio
primo impiego giovanile”).
La cifra delle memorie
cresceva, mentre il “cuscus”
andava svanendo dai piatti
insieme al vinello traditore dei
Castelli.
Ma c’era purtroppo un inghippo
con cui fare i conti: le suore
dell’istituto in cui alloggiavo
con l’amico Cesare Guerini e il
figlio ci avevano fissato il
rientro per le ore 23.00. La
gentilezza di Gianni Martelli ci
ha consentito di non giungere
fuori tempo massimo al fatidico
757 di via Portuense.
Tante altre emozioni
erano in arrivo per domenica 15
giugno, alcune previste, altre
in fuori programma.
Sapevo che avrei incontrato
Giovanni Valiserra, il ciuffo
biondo che ondeggiava per il
cortile, il giocatore dalla
carica agonistica straordinaria,
precursore del calcio atletico
moderno. Lo accompagnava la
moglie che ha abbandonato la
natia Sardegna…per Giovanni
(Cosa non si fa per amore!?) e
gli ha regalato due figlie,
sicuramente dotate delle tre
“B”: belle, buone e brave.
Sapevo di rivedere Luigi Vitale,
dopo il tentativo andato a vuoto
lo scorso anno a Paderno. Il
buon senso e la discrezione, già
presenti nel Luigi che avevo
conosciuto ragazzo, lo hanno
accompagnato negli anni in un
percorso di vita positivo e
dignitoso che è stato bello
ripercorrere insieme. Eh, sì:
chi ha avuto la ventura di
vivere come “animale da
cortile”, di QUEL CORTILE, ne
porta il carattere in modo
indelebile e si trascina dentro
un grande carico di affetti, di
ricordi e di valori! (Grazie,
Luigi, anche per averci fatto da
tassista fino a S.Pietro che non
è ad un passo dal Colle.)
La ciliegina sulla torta per chi
da sempre si impegna nel tenere
uniti gli ex-Lali porta il nome
di Gianni Corsieri. Il suo più
che un arrivo al colle La Salle
è stata un’apparizione, tanto
più gradita in quanto attesa da
anni, ma segnata dal dubbio e
dall’improbabilità. Se nel
campionario calcistico di
Tripoli abbiamo avuto la
sensazione di avere sotto gli
occhi un “fuoriclasse”, quella
sensazione ce l’ha data Gianni
Corsieri. Proiettato
giovanissimo in prima squadra,
aveva una dotazione innata dei
fondamentali e, in particolare,
quel passo a tagliare fuori
l’avversario che strappava da
dentro gli “oh” di meraviglia
come di fronte ai capolavori. Il
caso ha voluto che molti pari
età di Gianni fossero quasi
altrettanto bravi così da
costituire una squadra che era
praticamente invincibile.
Facevano calcio puro:
smarcamenti continui per un
possesso palla assoluto,
triangolazioni rasoterra a occhi
chiusi, imprevedibilità nella
conduzione del gioco… Li
ricordate? Andreoli (il portiere
che non siamo ancora riusciti a
stanare da Busto Arsizio o da
Gallarate), Muratori (l’ultimo
della celebre dinastia, sempre
in contatto con Giancarlo
Trovato), Montalto (il gregario
generoso al quale gli impegni a
Montecitorio hanno impedito di
venire al raduno), Valiserra
(propulsore inesauribile),
Buzzanca (dovreste trovarlo con
moglie francese a gestire un
ristorante sulla Costa Azzurra),
Errico (manager in varie grandi
aziende quali Aia e Nestlé.. ma
poi ne ho smarrito le tracce),
Trovato Giancarlo (l’emergente),
Sebastiano Graziani (portiere di
riserva)…
Società organizzata,
fatta anche di riti e di formule
come del resto ogni società,
abbiamo poi partecipato alla
messa e attraversato quel
momento sempre coinvolgente che
è il ricordo dei nostri defunti,
puntualmente tenuto da Fr.
Piero. Mi piace ricordare la
figura di Rita, moglie
dell’amatissimo Carmelo
Consolandi, scomparsa
recentemente. A margine
dell’impegno sempre generoso
della Famiglia Consolandi,
intesa in senso allargato, a
favore dell’Associazione, non è
difficile percepire la presenza
di donne altrettanto sensibili e
generose.
Al momento del Pranzo,
i “giovani-cinquantenni” hanno
fatto crocchio tra loro per
distillare insieme il succo dai
ricordi. E’ parso a tutti
evidente che, aldilà delle
vicissitudini che la vita ha
riservato ad ognuno, quella
scuola, quell’Associazione e
quel cortile restano un punto di
riferimento caro e significativo
e che è bene ogni tanto
ricrearne insieme lo spirito e
la dimensione.
Noi siamo stati l’ultima “La
Salle”. Non vogliamo proporre
paragoni con chi, in situazioni
ben diverse, ha potuto
realizzare traguardi superiori
ai nostri. Non vogliamo
chiuderci nel nostro piccolo
cortile (non lo abbiamo mai
fatto) escludendo gli amici
delle altre associazioni e
parrocchie che ben volentieri
vediamo ai nostri raduni (Oliva,
Palmisciano, Hanan…). Ci sia
consentito però di affermare che
la nostra “La Salle” era bella,
si esprimeva con fantasia sotto
tanti aspetti, proponeva forme
di gioco piacevoli nonostante
non fossimo concorrenziali sul
piano della forza
fisica…Purtroppo la giovane età
che ha colto molti al momento
del rimpatrio, non ci ha
consentito di cementare, come è
successo ai più anziani di noi,
lo stesso spirito di
aggregazione. Ma ci stiamo
lavorando…
Ho ancora inchiostro
per una doverosa appendice. Il
sottoscritto e l’amico Cesare
Guerini col figlio Nicola
dobbiamo un grazie caloroso a
Piero Greco che, impegnato fuori
Roma nei giorni del raduno, ha
dedicato la mattina del lunedì a
farci visitare Marino, Castel
Gandolfo, i laghi di Albano e di
Nemi, Genzano e la sua
incredibile “Infiorata”. In
contemporanea i nostri discorsi
rivisitavano Tripoli e il
suo-nostro mondo.
Poi, come già detto in
apertura, l’Eurostar delle 13.55
non si è presentato alla
stazione Termini. Ma dopo due
giorni così belli non me ne
poteva importare più di tanto.
Arrivederci a Paterno!
Giuseppe
Segalla