L’invasione dei
Format in Tv
Mi interesso di radio e di televisione dalla fine
degli '60, praticamente un dinosauro, e mi imbarazzo sempre molto quando vengo
accomunato ai protagonisti della creatività televisiva italiana. Mi considero
un solerte uomo di macchina sempre preoccupato che il testimone del programma ,
fosse Arbore o la Carra’, Enzo Tortora o Maurizio Costanzo, Pippo Baudo o Paolo
Bonolis, potesse realizzare al meglio il proprio spettacolo. Per questo forse
mi riconosco di più nel ruolo di creative producer. E’ la definizione che più
mi piace. Un produttore-autore con qualche idea giusta ogni tanto. E cosi’, col
passare degli anni, anch’io mi sono fatto delle idee sulla tivvù.
Per più di 40 anni la RAI ha sempre commissionato
l’ideazione dei programmi ad autori nazionali, che a volte bene a volte di
meno, hanno sempre riempito i palinsesti senza chiedere aiuto a nessuno. Con lo
sbarco in Italia delle Multinazionali Globali (Grundy, Pearson, Endemol
,Fremantle ,Granada ecc.), forse per un nostro atteggiamento provinciale, forse
per una nostra vocazione alla auto-colonizzazione, forse perchè pensiamo che
tutto quello che viene da fuori è migliore di quello che facciamo noi, abbiamo
quasi completamente ceduto il passo ai format stranieri. Fino al 2000 abbiamo
progettato, ideato e siamo andati avanti più che decorosamente. All’improvviso
sembra che non siamo più capaci di fare nulla di tutto questo .
Eppure la nostra storia televisiva racconta ben altro. Racconta soprattutto
dell’attenzione e la sensibilità che gli autori di casa nostra hanno sempre
avuto per le trasformazioni e i cambiamenti della società italiana. Io mi
chiedo: programmi come L’Isola dei Famosi, Il Grande Fratello e altri reality
show o certi talent di oggi, quali valori trasmettono? Siamo sicuri che non si
riesca a trovare qualcosa di ugualmente divertente in alternativa a quei
programmi che vanno avanti oramai da più di 10 anni?
Capisco che è difficile e rischioso togliere dagli
scaffali i prodotti che rispondono ancora bene alla richiesta del mercato, ma
non per questo si deve rinunciare a cercare. E’ anche una questione di rispetto
per quegli spettatori che non ne possono della stessa minestra da anni e anni …
Una grande azienda culturale come la RAI deve affrontare la grande sfida della
ricerca di nuove idee e di nuovi talenti tutti italiani. I dirigenti ed i
funzionari, non devono abbandonare il loro ruolo di monitoraggio su tutto il
territorio solo perchè il palinsesto e’ occupato militarmente dai format delle
multinazionali televisive. Abbiamo capito che c'è anche un’altra maniera di
fare lo spettacolo che non sia la nostra vecchia rivista, o i quiz alla maniera
di Mike. Abbiamo abbondantemente capito che ci vuole uno stile diverso.
E allora riproviamo a fare televisione anche noi,
come ABBIAMO FATTO FINO ALLA FINE DEGLI ANNI 90. Per seguire il trend della
globalizzazione, stiamo perdendo la nostra identità nazionale. Siamo noi che
dobbiamo fare tendenza !!! La Rai deve accettare questa sfida, deve ribellarsi
alla dittatura degli ascolti per essere libera di provare formule nuove, i
dirigenti televisivi devono fare il loro lavoro, non possono galleggiare fino
alla pensione in un’area di sicurezza e di conforto, per evitare le turbolenze
che ogni innovazione comporta .
La Rai deve essere la protagonista del “made in
Italy” televisivo. Come obbligo
istituzionale dovrebbe essere quasi proibito importare dall’estero, semmai si
dovrebbe esportare. Ma è mai possibile che in 60 milioni di Italiani, non si
riesca a trovare qualcuno con delle idee nuove? Forse è legittimo il sospetto
che nessuno ci stia provando. Quante volte le multinazionali ci hanno spacciato
per successi programmi che poi, in Italia si sono rivelati dei flop!! E allora,
flop per flop, tanto vale provare con idee tutte italiane. Sono sciovinista ? No,
lo dico solo perchè possiamo pensare ad un Rinascimento Televisivo, soltanto se
ci sono dirigenti che incoraggiano a provare, a osare e rischiare insieme a
favore della creatività italiana .
Privilegiate e proteggete i creativi italiani,
fateli esprimere, fateli crescere, perchè altrimenti faremo la fine del cinema
italiano negli anni 80. Abbiamo visto invece per esempio, proprio in questa
stagione al cinema, che appena si apre uno spiraglio , un’opportunità,
germogliano ,fioriscono e si fanno largo film italianissimi come lo spassoso e
surreale "Smetto quando voglio" di Sidney Sibilia, o il poverissimo
ma ugualmente divertente “Spaghetti Story” di Ciro De Caro e poi il film
rivelazione "La mafia uccide solo d'estate" di PIf. Se li trovate
ancora nelle sale, andateli a vedere.Forse sta crescendo la nuova commedia
all'italiana? Magari ....
Non deve passare l’idea che i nostri autori sono
solo degli adattatori di format e dei restylist punto e basta. A volte giovani
autori hanno delle loro idee originali, che non presentano, perché sono ormai
frustrati e sfiduciati dall’atteggiamento distratto o di finto interesse dei
dirigenti preposti alla valutazione di progetti nuovi. Cerchiamo di non pensare
solo agli ascolti dell’indomani mattina. Ci vuole rispetto per le idee nuove,
fiducia sui risultati futuri e passione. Accettiamo il rischio tutti insieme e
portiamo avanti la creatività italiana, che si e’ affermata brillantemente in
altri campi .
Non bisogna perdere la voglia di ricominciare :
NOI DOBBIAMO STARE SUL MERCATO DA PROTAGONISTI !
La Rai deve accettare questa sfida e capire che non
si possono non tentare strade nuove, solo perche’ c'è la paura di sbagliare. Ci
vuole intraprendenza, piglio imprenditoriale, VOGLIA DI VOLARE! Ed infine: Non
dico che la RAI debba avere MORE STARS THAN IN HEAVEN, come recitava lo slogan
della MGM, ma sarebbe il caso di provare 4-5 presentatori in più per le prime
serate. Non può essere affidato tutto nelle mani di 2, massimo 3 maestri di
cerimonia .
Con un paniere più ricco la RAI avrebbe anche più
potere contrattuale e non sarebbe aggredita alla giugulare ad ogni rinnovo di
contratto. Ma soprattutto non si troverebbe delle voragini spaventose quando
una delle sue Star ,vedi buon ultimo Giovanni Floris, decide di fare esperienze
nuove e più accattivanti. Anzi invito Tv Blog a fare un referendum per trovare
il nuovo Giovanni Floris. Chissà, con legioni di giornalisti, qualcuno
altrettanto valido può darsi che si trovi ..
Coraggio e fiducia !! Ce la dobbiamo fare!
Ugo Porcelli
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